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La rivoluzione al femminile

​Un centinaio di opere che spaziano dalle icone sacre alle sculture, dalla pittura e dalla grafica modernista alle delicate porcellane d’epoca, per delineare l’evoluzione della figura femminile in Russia, dal Rinascimento alla rivoluzione del 1917. Un intrecciarsi di generi e di linguaggi artistici in bilico tra avanguardia e tradizione, che fanno da contraltare alle trasformazioni politiche e sociali di quel periodo cruciale per l’intero Novecento. La rassegna, che ospita tra l’altro opere di Kandinskij, Malevich e Chagall, si compone di due macro-sezioni: nella prima, le donne ricoprono il ruolo di soggetti d’arte e muse ispiratrici, come lo fu Caterina la Grande, alla quale si deve la nascita dell’Ermitage. Immagini di sante, madri, mogli e serve della gleba, fino a giungere alle femministe di metà Ottocento e alle loro rivendicazioni di emancipazione sotto lo zar e nei primi anni dell’Unione Sovietica. Da qui parte il secondo percorso, con artiste della levatura di Natalia Goncharova, Olga Rozanova, Zinaida Serebrjakova e Ljubov Popova, definite dal poeta cubofuturista Benedikt Livšic le “amazzoni” dell’avanguardia.   “Divine e Avanguardie. La donna in Russia”, a cura di Evgenia Petrova e Joseph Kiblitsky. Milano, Palazzo Reale, piazza del Duomo 12. Fino al 5 aprile. Catalogo Skira. Informazioni: palazzorealemilano.it.