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La collezione di un letterato

​Se è vero che una collezione d’arte riflette sia il gusto estetico che la personalità di chi l’ha avviata e ampliata negli anni, opera dopo opera, allora la raccolta di Leone Piccione assolve appieno questo ruolo autobiografico. Allievo di De Robertis e Ungaretti, Leone (Torino 1925 - Roma 2018) ha affiancato alla professione di docente universitario, critico letterario, giornalista e dirigente Rai la passione per i grandi artisti che hanno attraversato il Novecento: un’inesauribile attività di conoscitore, estimatore e collezionista che l’ha accompagnato per tutta la vita. Così la sua dimora è divenuta col tempo un vero e proprio scrigno, uno specchio fedele sia delle principali correnti artistiche del secolo breve, soprattutto italiane, che della sensibilità intellettuale del proprietario. In mostra una selezione di novantacinque opere, firmate tra gli altri da Afro, Burri, De Pisis, Manzù, Guttuso, Rosai, Dorazio, Schifano, Fautrier e Sutherland. Tra i dipinti presentati, il ritratto di Ungaretti di Mino Maccari, un omaggio di metà degli anni ’60 al maestro di Leone, e un onirico Muro di Ottone Rosai del 1953.   “Mio vanto, mio patrimonio. L’arte del ’900 nella visione di Leone Piccioni”, a cura di Piero Pananti e Gloria Piccioni. Pienza, Museo della Città. Fino al 10 gennaio 2021. Info: palazzopiccolominipienza.it.