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Canova e Thorvaldsen, rivali nella bellezza
Gli scultori Antonio Canova e Bertel Thorvaldsen, protagonisti e rivali del ritorno al classico, sullo sfondo di una Roma – a cavallo tra Sette e Ottocento – che si riconfermava centro cosmopolita del mondo artistico. Italiano il primo, nato a Possagno nel 1757 e morto a Venezia nel 1822; danese il secondo, nato a Copenaghen nel 1770 e qui scomparso nel 1844. La Città eterna fu per loro una seconda patria, essendosi Canova trasferito a Roma nel 1781 e Thorvaldsen nel 1797. All’epoca nella capitale dello stato pontificio è ancora viva la lezione del Winckelmann, con il rimando alla purezza plastica e alla bellezza raffigurativa della statuaria greca. Durante la lunga permanenza romana, tra i due nascerà uno spirito di confronto e di emulazione, interpretando spesso nel candore dei marmi gli stessi temi della mitologia antica. In mostra centocinquanta opere che formano un magnifico pantheon di divinità come Le Grazie, Amore e Psiche, Venere ed Ebe. Presenti anche un disegno di Chiarottini del 1785, che illustra Lo studio di Canova a Roma, e un olio del 1830 di Martens, raffigurante la visita di papa Leone XII all’atelier di Thorvaldsen. “Canova / Thorvaldsen. La nascita della scultura moderna”, a cura di Stefano Grandesso e Fernando Mazzocca. Milano, Gallerie d’Italia, piazza della Scala 6. Fino al 15 marzo. Info: gallerieditalia.com.