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Rodin padre della scultura moderna

​Un parallelo storico-artistico tra Claude Monet e il più michelangiolesco degli scultori di fine Ottocento: Auguste Rodin. Questa rassegna trevigiana, che chiude le celebrazioni per il centenario della scomparsa di Rodin (1840-1917), rievoca l’esposizione di Parigi dell’estate 1889 alla galleria di Georges Petit, dedicata al padre dell’Impressionismo e all’autore del Pensatore. Le pennellate luminose di Monet, capaci di fare emergere le figure dalla rarefazione del colore, insieme all’essenzialità delle linee plastiche di Rodin, che innesta la tradizione del Rinascimento nella prima metà del Novecento, il secolo delle avanguardie rivoluzionarie. In mostra cinquanta sculture – dal Bacio al Monumento a Balzac, all’Uomo dal naso rotto – e venticinque opere su carta. Rodin frequentò la Petite École, dove studiò soprattutto disegno, per avvicinarsi in un secondo momento alla scultura. Inoltre, le opere dell’artista francese dialogano a distanza con le sculture di Arturo Martini (1889-1947), esposte nel rinnovato Museo Luigi Bailo. “Rodin. Un grande scultore al tempo di Monet”, a cura di Marco Goldin. Treviso, Complesso di Santa Caterina. Fino al 3 giugno. Catalogo Linea d’Ombra. Info: 0422544864, lineadombra.it.