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E il fienile diventò parrocchia

​Nel 1971 la parrocchia cattolica di Dübendorf (Zurigo) acquista da privati una fattoria agricola dismessa nel territorio di Schwerzenbach, un edificio “modesto” ma protetto come bene ambientale, con l’intenzione di servirsene per scopi socio-culturali e religiosi. Tra il 2012 e il 2017 gli architetti Pia Kiebel e Thomas Schinkhof dello studio APB Architekten la trasformano in un centro intitolato a san Gabriele.
La “Haus zum Wiesental” è una delle molteplici case-fattoria che costellano ancora oggi il paesaggio delle ampie zone agricole dell’altopiano svizzero, con i pascoli delle mucche negli immediati dintorni. Si tratta di una tipologia edilizia che presenta un volume diviso fra una parte abitativa a sud, costruita in muratura intonacata di bianco, e un’ala a nord originariamente adibita a fienile, con strutture e pareti perimetrali in legno.
L’interesse di questo progetto è dato dal cambiamento della destinazione d’uso che, pur mantenendo l’impianto del fienile, propone una serie di attività legate a uno spazio di servizi sociali, di comunicazione e di preghiera.
La povertà dei materiali impiegati e le forme espressive che ne conseguono donano al progetto una configurazione minimalista. Il risultato finale all’interno distingue chiaramente le parti strutturali con travi di legno dalle differenti tamponature, con disegni delle tessiture che evidenziano i ruoli compositivi.
L’attenzione e il rigore adottati nell’uso del legno da parte dei progettisti e degli artigiani è soprattutto palese là dove la semplicità esecutiva incontra la sapienza della tradizione e l’essenzialità espressiva propria del nostro tempo. Il linguaggio scarno del legno viene sottolineato dalla differenziazione dei trattamenti delle altre superfici, ognuna delle quali viene caratterizzata da un appropriato linguaggio.
Questo eloquente esempio di riuso architettonico esplicita un atteggiamento in controtendenza rispetto alla maggior parte degli edifici di culto esistenti che, sovente, richiedono un cambiamento delle finalità di utilizzo per poter continuare ad avere un proprio ruolo nello spazio di vita (ad esempio le chiese sconsacrate riusate come biblioteche, spazi espositivi, archivi…). In questo caso il luogo di culto e delle attività socio-religiose viene recuperato da un’attività contadina.
Inoltre la finezza del disegno architettonico riscatta l’approssimazione del linguaggio del primitivo fienile. Anche in architettura talvolta basta poco (un taglio appropriato, un decoro ripetuto, la grazia di un dettaglio) per ribaltare i significati che giungono all’osservatore.
Dispiace solo che l’insieme di grande qualità architettonica non sia stato ulteriormente valorizzato con l’inserimento della cappella di preghiera nello spazio principale ristrutturato del piano terra o al primo piano, sacrificandola invece nel seminterrato, come se si trattasse di un servizio.
Il recupero attuato merita tuttavia rispetto e considerazione per la coraggiosa sfida progettuale, che suggerisce come anche partendo da uno spazio residuo e anonimo sia possibile raggiungere condizioni ambientali di grazia e poesia.