cento anni con karol
A cento anni dalla nascita di Karol Wojtyła (18 maggio 1920, Wadowice) “Luoghi dell’Infinito” dedica il numero di maggio 2020 (il duecentocinquantesimo) a san Giovanni Paolo II. Una monografia che vuole raccontare la sua figura, la sua spiritualità, il ruolo fondamentale nella storia del Novecento, la sua eredità per i nostri giorni e il tempo a venire.
Personalità del mondo della cultura e della Chiesa racconteranno i tanti volti del Papa “chiamato da un Paese lontano”: attore di teatro, operaio, filosofo e poeta, mistico e prete, professore universitario, vescovo di Cracovia, pontefice di. E i suoi grandi amori: per Cristo, e per la Chiesa, per la sua Polonia, per i giovani, per la montagna, per la Vergine Maria a cui dedica il suo motto, “Totus Tuus”…
Giovanni Paolo II è stato anche il papa di tanti primati. Primo papa slavo e primo papa straniero dopo Adriano VI (1522-1523). Di lui ricordiamo i tanti Viaggi apostolici (104 nel mondo e 146 Visite pastorali in Italia) mosso dal desiderio di abbracciare i popoli, nella coscienza che non si può comunicare senza incontrare. Ricordiamo la prima visita in una sinagoga (Roma, 13 aprile 1986) e la prima visita in una moschea (Damasco, 6 maggio 2001). Nessuno può negare la sua grandezza, e anche chi non ha condiviso la sua fede l’ha visto come uno straordinario maestro di umanità.
Il tratto finale del secolo breve è stato caratterizzato dal lunghissimo pontificato di Giovanni Paolo II (16 ottobre 1978-2 aprile 2005). Possiamo affermare che proprio Wojtyła sia stato il fattore decisivo che ne ha accelerato la conclusione. La sua figura e la sua personalità superano ogni lettura particolare. Immediatamente dopo la sua morte fu giustamente definito “Karol il grande”. Si compie dunque il secolo di Karol Wojtyła, il Papa che ha solcato la storia con l’aratro dello spirito e della fede, forgiato nel buio dei totalitarismi e nelle false e vacue luci del capitalismo. Il suo segretario, il cardinale Stanislaw Dziwisz, scriveva su “Luoghi dell’Infinito” : la sua santità “è polifonica: la santità della preghiera; la santità del servizio; la santità della sofferenza”.
Nella monografia presentiamo i testi di: Giulio Albanese, Gualtiero Bassetti, Enzo Bianchi, Mario Botta, Anna Maria Cànopi, Franco Cardini, Enzo Fortunato, Luigi Geninazzi, Paolo Giulietti, Sergio Givone, Salvatore Mazza, Arnoldo Mosca Mondadori, Gianfranco Ravasi, Andrea Riccardi, Vittorio Robiati Bendaud, Davide Rondoni, Pierangelo Sequeri.