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Trame di cristallo per il nostro tempo

Volumi imponenti e insieme trasparenti per le cattedrali di Hamar, Brasilia, Oakland e Garden Grove

di Leonardo Servadio

​Le ampie superfici di cristallo trasparente rispecchiano il cielo. E all’azzurra vastità si sommano nel giorno le figure delle nuvole che passano, spinte dal vento, come silenti immagini di un mondo diverso, lontano, etereo. La trama metallica che traspare oltre i vetri ricorda come, pur nella leggerezza della trasparenza, l’edificio sia ben radicato al suolo. C’è un che di fantascientifico nella complessa struttura: nella forma ricorda la semplicità della tenda canadese, ma è tanto grande da coprire migliaia di metri quadrati di suolo. È la costruzione studiata per difendere dalle intemperie quel che resta della cattedrale di Hamar, sulla riva orientale del Mjøsa, il maggiore dei laghi norvegesi.
Grazie allo sviluppo della pesca, dei commerci e dell’agricoltura, nel Basso Medioevo il borgo di Hamar crebbe tanto che fu eretto a diocesi autonoma da quella di Oslo, da cui prima dipendeva. Così, nel 1152 Arnaldur, suo primo vescovo, cominciò a costruire il duomo su una lingua di terra che si inoltra nell’acqua, in posizione elevata, ben visibile. Ma durante la guerra scandinava dei sette anni (1563-1570) la sede episcopale, già resa orfana a seguito della Riforma protestante, fu ridotta in rovine.
Solo a metà degli anni Settanta del secolo scorso un rinnovato interesse storico-artistico suggerì di valorizzare ciò che restava dell’antico edificio, e di costituire un museo etnografico regionale. Le esplorazioni archeologiche sul terreno, dove erano rimasti solo l’altare maggiore e un colonnato, fecero emergere preziose testimonianze storiche, sepolture le cui iscrizioni dicevano delle condizioni e della vita sociale dell’epoca.