Luoghi dell' Infinito > Seguendo Cristo nelle vie di Enna

Seguendo Cristo nelle vie di Enna

Nella città siciliana hanno luogo alcune delle più toccanti e autentiche processioni della Settimana Santa

​Roberto Copello
Molte ricerche ormai lo hanno dimostrato: chi frequenta i santuari o partecipa a feste patronali o segue antichi riti che fanno rivivere la Passione di Gesù è spesso una persona colta, motivata, attiva. Il suo identikit insomma è ben lontano dal luogo comune secondo cui i devoti avrebbero poca cultura, rasenterebbero la superstizione, sarebbero soprattutto anziani. Quando è ben radicata nella tradizione, la religiosità popolare sa esprimere la memoria di un popolo anche meglio di forme più sofisticate e talora elitarie. Lo hanno ben compreso gli ultimi pontefici, a partire da Paolo VI che, nell’esortazione apostolica Evangelii Nuntiandi del 1975, indicando gli aspetti positivi di queste «espressioni particolari della ricerca di Dio […] per lungo tempo considerate meno pure, talvolta disprezzate» affermava con decisione di volerle definire frutto di «pietà popolare, cioè religione del popolo, piuttosto che religiosità». Papa Montini ben conosceva il rischio di «deformazioni della religione, anzi di superstizioni, […] di manifestazioni cultuali senza impegnare un’autentica adesione di fede». Ma sapeva anche che la pietà popolare molto spesso «manifesta una sete di Dio che solo i semplici e i poveri possono conoscere; rende capaci di generosità e di sacrificio fino all’eroismo, quando si tratta di manifestare la fede; […] genera […] pazienza, senso della croce nella vita quotidiana, distacco, apertura agli altri, devozione». La conclusione non lascia dubbi: «Ben orientata, questa religiosità popolare può essere sempre più, per le nostre masse popolari, un vero incontro con Dio in Gesù Cristo». Qualcuno potrebbe obiettare che quelle considerazioni montiniane risalgono a quasi mezzo secolo fa, quando ancora riti e feste riguardavano le sole comunità locali, e non anche le orde dei turisti accorsi a vedere lo spettacolo. Ed è pur vero che gli uffici del turismo sono sempre più scatenati nel promuovere gli eventi religiosi, in nome della cultura e del fatturato. Ma forse che ciò è riuscito ad annullare la genuinità della fede con cui decine di migliaia di devoti in tutta la penisola continuano a partecipare alle feste religiose?
[...]