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Scripta manent

La nascita della scrittura è l’anello che collega la memoria alla storia

​Franco Cardini


Molti sono i sistemi mitico-filosofici e mitico-religiosi che concepiscono il cosmo come eterno, quindi increato. Già più difficile a immaginarsi è l’eternità della natura e delle realtà che ne fanno parte: il che implica il problema delle loro origini. Nel testo fondante della tradizione abramitica, il Genesi, leggiamo che la Terra era prima della Creazione tohu wabohu, “informe e vuota”, espressione tradotta con il greco kaos. Su una terra informe, vuota e buia la Parola di Dio, creando la luce, scende creando ordine e significato.
L’ultima e più perfetta tra le creature, l’uomo, riceve da Dio il dono che lo rende capace di dare un nome alle cose, cioè conferire loro una sostanza: vale a dire la parola, che, nelle sue infinite potenzialità, appare simile alla Parola creatrice, al Logos, al Verbum. Parola che equivale alla Sapienza divina.
Posto in contatto con il Creatore e al centro della Creazione, l’uomo ne padroneggia i differenti aspetti, ossia le cose: e conferisce a ciascuna di esse un nome che ne riassume e ne esprime il significato. Caratteristica principale dell’essere umano è difatti il suo carattere di animale symbolicum, in grado di esprimere un rapporto tra una res e il flatus vocis che la denomina.
Si può supporre, seguendo l’indicazione monogenetica della Bibbia, che l’umanità conoscesse in principio un comune linguaggio primordiale, in seguito corrotto e dimenticato per essere sostituito dalle varie lingue parlate dai popoli postdiluviani. D’altronde, essendo una lingua un sistema coerente e compiuto di espressioni fonetiche dotate di un valore significante, in grado cioè di indicare un oggetto “significato”, l’uomo utilizza la sua intelligenza mettendo in rapporto simbolico (symbolon, da syn-ballein, “relazionare”, “mettere insieme”) segni vocali (“fonemi”), che hanno funzione di significanti, con segni grafici o comunque visivi (“grafemi”), ciascuno dei quali ha funzione di significato. In tal modo la comunicazione può avvenire non solo in forma parlata, attraverso parola e udito, bensì anche in forma scritta, attraverso la parola pronunziata. I codici relazionali tra fonemi e grafemi sono appunto il tessuto delle singole lingue che si caratterizzano come sistemi semiotici.
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