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Le foto più belle

Dramme e speranza negli scatti del World Press Photo

​Accade ogni notte sulla spiaggia di Gibuti. Nella lunga odissea dall’Africa all’Europa i migranti si ritrovano in riva al mare e sotto la luce della luna, schermo gigante che raccoglie ogni sogno, alzano i telefonini al cielo nel tentativo di captare il segnale della rete, più economica, della vicina Somalia. Un debole legame per sentire la voce delle famiglie lontane, magari già in Italia, magari già scampate all’orrore della traversata in mare. Accade quindi che un’immagine forte e struggente come questa, firmata da John Stanmeyer dell’Agenzia VII, e realizzata il 23 febbraio 2013 per il National Geographic, un’immagine che parla di disperazione e speranza, di povertà millenaria e ultima tecnologia, diventi il simbolo della 57ª edizione del World Press Photo, il più famoso concorso di fotogiornalismo internazionale.

Il simbolo, ma anche qualcosa di più, il tema che lega gran parte delle immagini premiate e oggi esposte nel Museo di Roma in Trastevere. Captare il segnale, farsi ricettivi, avvicinarsi a chi soffre e lottare in sua difesa. Basterebbe unire le immagini di questo portfolio – minuscola selezione nel mare di 98.671 fotografie inviate da 5.754 autori di 132 nazionalità diverse – per scoprire un modo diverso di essere accanto agli altri e per gli altri......

di Laura Leonelli