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La scienza del principio

La storia dell’universo, la comparsa della vita e dell’uomo. La “causa” e oltre: le grandi domande sul “fine”

​La Bibbia insegna non “come va il cielo”, ma “come si va in cielo”. È la nota osservazione di Galilei che non rappresenta solo una chiave ermeneutica nella lettura dei primi capitoli della Genesi, ma spiana il campo alla scienza, che costituisce un ambito specifico e autonomo nella conoscenza della natura, come il Concilio Vaticano II ha riconosciuto (Gaudium et spes, 36). Si è anche soliti dire che la scienza indaga sul come e sul quando si è formato ciò che esiste, mentre la religione e, in generale, un retto ragionare e la filosofia (che esplorano la ragione profonda delle cose), indagano sul significato. Certamente il grande tema delle origini ha molteplici implicazioni sul piano scientifico, filosofico e teologico. Esse possono essere affrontate con metodologie distinte.
Non si può ricavare dalla Bibbia quello che essa non vuole dire – perché non riguarda l’ambito religioso – né pretendere dalla scienza quello che non può dire, perché esula dalle sue competenze. La posizione di quelli che vogliono ricavare dalla scienza argomenti contro la creazione è soggettiva e ideologica, non scientifica. Il concetto di creazione, affermato nella Genesi, corrisponde a quello di “creazione dal nulla”, senza materia preesistente, come si legge nel secondo libro dei Maccabei (2Mac 7,28), ed è del tutto diverso da quanto avviene nelle opere dell’uomo, che si serve di materia preesistente. Inoltre la creazione non si esaurisce nel momento iniziale delle cose, quando cominciano a esistere, ma si prolunga nel tempo, perché comporta una dipendenza radicale, ontologica, di ciò che esiste dal Creatore. Questo concetto riconosce alla causalità divina la ragione profonda, costitutiva dell’esistere delle cose, non solo alla loro origine, ma nel loro operare secondo le proprietà e leggi che le caratterizzano. La causalità divina è diversa dalle cause naturali, le quali operano su ciò che esiste. Le cose sono conservate nel tempo, in ogni istante, perché volute da Dio. Ciò che esiste assume un carattere di razionalità e di bontà che conferisce al sistema della natura aspetti di ordine e di finalità.

 

di Fiorenzo Facchini