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Il medioevo di Sovana

Il minuscolo borgo toscano ha dato i natali a papa Gregorio VII. La sua cattedrale testimonia il grande passato di arte e di fede

​Marcella Parisi

Sovana, sul confine meridionale della Maremma toscana, è un pugno di case unite da un filo invisibile, che le annoda come una maglia ordinatamente tessuta. L’atmosfera è sospesa, dominata dal silenzio della natura che incornicia questo piccolo paese disteso lungo un asse viario longitudinale. Il tempo sembra essersi fermato e ci riporta in un passato illustre, nel ricordo di uomini e storie che hanno concorso a fare l’Italia medievale. Il borgo toscano diede i natali a Ildebrando di Soana, il più illustre tra i suoi figli, nato qui intorno al 1020 e divenuto papa nel 1073 col nome di Gregorio VII. Fu proclamato santo nel 1606. Ildebrando fu uno dei grandi riformatori della Chiesa medievale, tanto che ancora oggi quel periodo storico viene comunemente riconosciuto come l’età gregoriana. Un uomo dalla mente lungimirante che, attraverso azioni e provvedimenti, aprì a un’idea ante litteram di Europa unita. Oltre che per i suoi importanti provvedimenti politico-religiosi, Ildebrando si fece portatore di un precoce dialogo interreligioso, promuovendo un confronto con esponenti dell’islam, come testimoniano alcune sue lettere. 
Sovana, una delle diocesi più antiche d’Italia, fu anche sede cardinalizia. Solo verso la metà del secolo XVIII il vescovo, a seguito dello spopolamento della città, trasferì la sede a Pitigliano dove tutt’ora risiede.
Oggi poco più di cento anime abitano questo gioiello incastonato tra le fenditure del tufo e le necropoli etrusche, con una storia che trasuda da ogni pietra e che merita un racconto. In particolare, la sua cattedrale di San Pietro. Tra gli edifici medievali più importanti della Toscana meridionale, è un luogo ricco di storia e di simbologia. La sua edificazione fu avviata, tra il 1000 e il 1100, dalla famiglia degli Aldobrandeschi, in una delle sedi più importanti del loro potentato. Venne costruita sui resti di una chiesa molto più antica, di cui rimangono ancora oggi la cripta e alcuni frammenti del portale, decorato con elementi scultorei come una sirena bicaudata, pavoni, un cavaliere armato, l’albero della vita, rose, protomi leonine e figure geometriche. Iconografie e temi diffusi in molti portali d’Oltralpe, tanto da far pensare che i lavori siano stati presieduti da maestranze francesi provenienti dal­la Saintonge e dal Poitou.
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