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Francesco sulle orme di Paolo

Le parole e i gesti di Montini hanno esercitato un’influenza decisiva su Jorge Mario Bergoglio

Papa Francesco in piazza San Pietro, Udienza del mercoledì, 4 settembre 2013 (C. Gennari/Agenzia Siciliani).

Papa Francesco in piazza San Pietro, Udienza del mercoledì, 4 settembre 2013 (C. Gennari/Agenzia Siciliani).

Il viaggio in Terra Santa ha recentemente posto papa Francesco sulle orme di Paolo VI, a cinquant’anni di distanza. La risonanza mediatica dell’evento ha fatto rivedere le immagini del passato e ha sovrapposto il primo al secondo. Ma anche in sede di giudizio storico possiamo condividere questa sovrapposizione ideale di profili. Paolo VI, vale a dire, non è stato semplicemente uno dei più recenti predecessori di papa Bergoglio, ma è stato colui che ha esercitato su di lui l’influenza maggiore e più incisiva. In qualche modo Francesco si colloca, storicamente, nell’onda lunga del montinismo. E non è un caso, dunque, che parlando di Montini, egli lo abbia più volte appellato “grande”: «il grande Paolo VI». Bergoglio non ha solo ricordato il ministero petrino di Giovanni Battista Montini, ma anche il suo precedente lavoro in Segreteria di Stato, accanto a Pio XII, in particolare durante la Seconda guerra mondiale, quando egli fu tra coloro che si impegnarono «nell’offrire aiuto morale e materiale, nel lenire le ferite del corpo e dell’anima e nel prestare assistenza ai senza casa». Ricostruendo, dunque, la biografia spirituale e intellettuale di Jorge Mario Bergoglio due aspetti, soprattutto, sono da riportarsi a Montini, tanto che si può legittimamente parlare, per lui, di “radici montiniane
 
di Fulvio de Giorgi
*docente di Storia dell’educazione all’Università di Modena e Reggio Emilia