Dalle stelle alle erbe, innamorati del Creato

di Marina Montesano

Cosmogonie, bestiari, erbari: come era ricca la cultura simbolica dove ogni creatura era un mondo e l’uomo racchiudeva l’universo

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«Ogni creatura al mondo è come un libro, un dipinto, uno specchio per noi. Simbolo fedele della nostra vita, della nostra morte, del nostro stato, del nostro destino». Così cantava alano di lilla, filosofo e poeta del xii secolo, seguendo la massima pitagorico-neoplatonica: «ciò che è in alto è come ciò che è in basso».

E' nell’ambito della scuola di chartres, dove alano si era formato, che negli stessi anni si andava elaborando la dottrina dell’uomo come “microcosmo”, secondo la quale la provvidenza ordina i quattro elementi di cui è composta la materia (aria, acqua, terra, fuoco) per portare ordine e armonia nel cosmo; al termine di questa creazione, l’essere umano è plasmato con ciò che resta dei quattro elementi e diviene dunque sintesi (appunto, microcosmo) del cosmo intero, con il quale si crea un’affinità che consente una serie infinita di rispondenze tra uomo e natura.

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