La cappella blu sull'autostrada
Mario Botta
Questo nuovo edificio sacro nasce per iniziativa della Fondazione Siegfried ed Elfriede Denzel nell’ambito del progetto che ha promosso la costruzione di sette cappelle, intese come momenti di “sosta” lungo un percorso ciclabile nel distretto di Dillingen, in Germania. In questo ambito, la realizzazione dell’architetto tedesco Wilhelm Huber ci sembra degna di nota perché ha saputo interpretare il tema della “sosta” attraverso una torre in legno, di oltre dodici metri di altezza, di grande impatto iconico.
La cappella, situata a lato del percorso ciclabile, s’innalza come un manufatto scultoreo; una presenza enigmatica e affascinante rispetto alla foresta circostante, che interroga il visitatore grazie alle forti geometrie compositive e all’essenzialità dell’immagine. A prima vista è difficile pensare che questa scultura contenga uno spazio di raccoglimento o di preghiera ma, appena varcato il vestibolo d’ingresso, protetto dalla copertura sporgente del tetto, la lettura degli spazi svela, nel blu delle pareti, la composizione architettonica.
La sezione verticale della cappella, lungo l’asse ingresso-fondo absidale, realizza con un unico gesto l’immagine spaziale dell’interno, con la sola luce zenitale blu che dal tetto-lucernario inonda la totalità dello spazio.
L’essenzialità del linguaggio architettonico fa sì che ognuna delle differenti componenti (lucernario, pareti interne, vestibolo) assuma chiarezza espressiva e irradi rigore compositivo. Una grazia ormai rara in questi tempi dominati per lo più da pastiche e collage approssimativi che caratterizzano molti edifici postmoderni. Questa torre in legno che come un imbuto porta una luce blu dal tetto al suolo, risuona oggi come un bell’esempio del saper fare, semplice, economico e sostenibile, come dovrebbe sempre essere una buona architettura.
Nel corso degli anni abbiamo segnalato in questa rassegna esempi eccelsi di chiese e cappelle: l’idea di costruire sette architetture di altrettanti artisti come “soste” di pausa e di meditazione, nell’attuale società edonistica dei consumi risuona come iniziativa controcorrente, nel marasma di progetti cosiddetti “sostenibili” che hanno comunque il merito, se non altro, di rallentare il ritmo sfrenato della vita di ogni giorno.
Bene, quindi, questa pausa senza riserve ideologiche, che mostra come l’architettura possa configurarsi come uno strumento appropriato.
È in quest’ottica che si spiega anche il moltiplicarsi, in questi ultimi anni, di proposte tendenti a considerare l’architettura soprattutto come strumento “di pensiero” per riportarla ai lustri delle origini, e permetterle di consolidare una continuità rispetto al passato nel modellare - con le pietre - la nostra identità.
Cappella Blu (2017-2021), presso Emersacker, Laugnatal (Germania). Architetto: Wilhelm Huber.