E' dei poeti l'impero del mare
Il rapporto speciale tra gli scrittori e le profondità marine, motivo di fascino e terrore sacro
Il mare, archetipico luogo dell’origine, enigmatico custode dei segreti dell’essere, è una parte della coscienza stessa dell’uomo: lo vediamo supremamente in opere come Moby Dick di Melville, dove il capitano si lancia verso il Leviatano, signore del regno atemporale e abissale, e in tanti capolavori intonati al senso del destino: non penso solo all’Isola del tesoro di Robert Louis Stevenson, ma anche ai primordi della grande poesia. I Persiani, la leggendaria tragedia di Eschilo, è la storia di un tabù violato: quello della sacralità del mare. Il giovane imperatore Serse, pervaso da hýbris, arroganza, per superare lo stretto dell’Ellesponto non si limita alla traversata sulle navi, ma le connette con rostri creando quindi un ponte che viola il corso delle acque, causando, con questo sacrilegio, la rovina dell’esercito persiano. Non è una mia interpretazione, ma quanto afferma il saggio imperatore defunto, il padre Dario, evocato dai saggi e apparso in forma di spettro......
di Roberto Mussapi