Visioni tra natura e mito
Viaggio nei misteri del Creato: al Forte di Bard le fotografie di Wildlife
Roberto Mussapi
Un branco di cernie che nuotano in una nuvola lattiginosa nel momento della deposizione delle uova a Fakarava, nella Polinesia francese.
Un fatto che avviene solo una volta all’anno, durante la luna piena di luglio, e sempre più raro, dato che la specie è ormai in via di estinzione, a causa della pesca intensiva.
La laguna polinesiana è una riserva, quindi uno dei pochi luoghi in cui questi pesci possono vivere ancora liberi. Il fotografo subacqueo Laurent Ballesta si è appostato per cinque anni con il suo team, per realizzare questi scatti.
E quello che si vede qui riprodotto è risultato vincitore della 57a edizione di Wildlife Photographer of the Year, il più importante riconoscimento alla fotografia naturalistica, promosso dal Natural History Museum di Londra. La mostra presenta le cento migliori immagini selezionate tra oltre cinquantamila scatti giunti da ogni parte del mondo.
La natura è anche movimento incessante, e la fotografia è l’arte di fissare l’attimo. Credo il contrario della natura morta, genere pittorico in cui l’artista dipinge frutti, o prodotti della natura, separati ormai dalla pianta, portati in un interno, su un piano, o in un vassoio o altro. La fotografia naturalistica invece tenta di fermare in un attimo la realtà magica del movimento.
In questo caso un atto di nascita sottomarino, evocante la nascita della vita stessa: l’ameba, prima, poi gli anfibi, l’approdo alla terra, fino alla conquista del bipedismo, con il nostro antenato ominide che si alza, per guardare oltre l’orizzonte, chiamato dall’ignoto e dalla magica forza antigravitazionale del cielo.
Questo incantevole momento sottomarino sarà esposto fino al 5 giugno al Forte di Bard, in Val d’Aosta, in una felice unione dei contrari, mare e montagna, abisso del fondo acquatico e abisso del cielo sulle cime.
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