Verbano, il golfo dei Borromeo
La Rocca di Angera, il Sancarlone di Arona, la meraviglia barocca dell’Isola Bella e il giardino fatato dell’Isola Madre. Arte e storia, meraviglia e devozione sul Lago Maggiore
Stefano Zuffi
Nel sereno panorama del Lago Maggiore, il “golfo Borromeo” – tra Stresa, Pallanza e la foce del fiume Toce, nella parte più larga del bacino, con l’Isola Bella, l’Isola Madre e l’Isola dei Pescatori – è il baricentro della vasta area legata alla potente famiglia, la cui importanza è tanto ampia e duratura da aver giustificato nei secoli la definizione di “stato” per i feudi borromaici sulle sponde e sulle acque del lago. E in effetti, ancora oggi i Borromeo mantengono un diritto sulla pesca in queste acque, e sul transito nel tratto finale della strada che raggiunge la vetta del Mottarone.
Per posizione geografica e per antichità, il punto di partenza del nostro ititnerario non può che essere la Rocca di Angera, inconfondibile riferimento visivo per tutta la parte meridionale del lago. Costruita in cima a uno sperone roccioso quasi a picco sull’acqua, la Rocca è un fortilizio in pietra chiara, dalla sagoma squadrata e potente, sormontata dall’alta torre del mastio. Si comprende immediatamente l’eccezionale posizione di dominio, confermata dalla strada che sale a larghi tornanti dal cuore della deliziosa cittadina di Angera. Perfettamente restaurata e conservata, la Rocca offre ai visitatori una serie di sorprese. Prima di tutto l’integrità monumentale dell’edificio, di cui si riconoscono con chiarezza le parti medievali (XII-XIV secolo) e le garbate integrazioni successive. Gemma dell’arte lombarda di fine Duecento è la Sala di Giustizia, vasto ambiente di struttura gotica che conserva affreschi di eccezionale importanza sia per lo stile energicamente narrativo, sia per i soggetti trattati, con motivi astrologici e allegorici e con le realistiche scene storiche della conquista del potere da parte di Ottone Visconti, vittorioso contro la famiglia rivale dei Torriani. Da qui si può salire fino in cima alla torre, e abbracciare un panorama che, in un giro spettacolare, va dalla piana milanese al Monte Rosa, alle catene dell’Ossola, alle Prealpi Varesine. Altre sale presentano affreschi e dipinti dal XV al XVII secolo, e precedono l’allestimento del Museo della bambola e del giocattolo, uno dei più completi al mondo, avviato dalla principessa Bona Borromeo: il mondo incantato dell’infanzia, attraverso giochi e giocattoli di eccezionale valore storico e documentario. All’esterno, fra gli spazi verdi che circondano l’edificio, è stato ricomposto un giardino “medievale”, con erbe officinali, essenze, piante legate agli erbari antichi.
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