Sguardi che abbracciano l’anima e il mondo
Il titolo di Dottore della Chiesa, coniato da Bonifacio VIII, chiede di interrogare la teologia in qualità di scienza
Giuseppe Lorizio
La Chiesa non è identificabile con una istituzione universitaria deputata a conferire titoli accademici, al vertice dei quali si situa il “dottorato”. Eppure, a partire dal 1298, Bonifacio VIII, che due anni dopo avrebbe promulgato il primo giubileo, ha introdotto l’uso di attribuire ad alcuni santi la denominazione di Dottore della Chiesa. Giova allora interrogarsi circa il senso di tale attribuzione. Esso affonda le sue radici nello stesso atto di fede, che implica il coinvolgimento di tutta la persona (volontà, affettività, conoscenza) e quindi possiede una innegabile dimensione intellettiva. Lo sviluppo di tale aspetto nella forma del “sapere credente” è dato dalla teologia. In tal senso, se ogni credente può essere chiamato teologo, nella misura in cui riflette sulla propria fede, ci sono persone dotate di un carisma particolare, che può diventare “ministero”, e che san Paolo denomina “maestri” o “dottori” (il termine greco è didáskalos): «Alcuni perciò Dio li ha posti nella Chiesa in primo luogo come apostoli, in secondo luogo come profeti, in terzo luogo come maestri; poi ci sono i miracoli, quindi il dono delle guarigioni, di assistere, di governare, di parlare varie lingue. Sono forse tutti apostoli? Tutti profeti? Tutti maestri? Tutti fanno miracoli? Tutti possiedono il dono delle guarigioni? Tutti parlano lingue? Tutti le interpretano?» (1Cor 12, 28-30).
Siamo allora di fronte a figure di santità che in epoche e situazioni diverse aiutano ad approfondire la comprensione dei misteri della fede e offrono, soprattutto con i loro scritti, elementi di riflessione a tutti noi. La tipologia di tali personaggi è piuttosto varia. I primi quattro Dottori della Chiesa dichiarati tali da Bonifacio VIII sono eminenti personalità della patristica latina: Ambrogio, Agostino, Girolamo e Gregorio Magno. Si dovrà attendere il XVI secolo perché il titolo venga attribuito a una figura che ha svolto un ruolo nella Universitas studiorum: Tommaso d’Aquino, proclamato Dottore della Chiesa dal pontefice domenicano Pio V nel 1567, a ridosso del Concilio di Trento. Lo stesso papa l’anno successivo annoverò fra i Dottori quattro padri greci: Giovanni Crisostomo, Basilio Magno, Gregorio Nazianzeno e Atanasio di Alessandria. Interessante notare che, nel 1588, il pontefice francescano Sisto V proclamò Dottore della Chiesa un’altra figura accademica (ma non solo) quale quella di Bonaventura da Bagnoregio.
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