San Giuseppe il pellegrino di Dio
La sua forza è la concretezza di una fede silenziosa e sempre in movimento. Gesù sarà detto “il figlio del falegname”
Anna Maria Cànopi
San Giuseppe: uomo giusto (Mt 1,19). La sua figura ci viene incontro da lontano, dai primi passi della storia della salvezza, quando un altro Giuseppe, figlio di Giacobbe, invidiato e venduto dai fratelli, si ritrova schiavo in Egitto. Ma il Signore veglia sulla sua vita e fa di lui, che silenziosamente ha patito ingiustizia, il provvidenziale strumento di salvezza per i suoi stessi fratelli, perdonati e giustificati dalla sua fede: «Non temete! Tengo io forse il posto di Dio? Se voi avevate tramato del male contro di me, Dio ha pensato di farlo servire a un bene» (Gn 50,19-20).
Il suo nome percorre tutta la Scrittura e diventa preghiera nel cuore del salmista, nel cuore del popolo che attende il Messia, che attende salvezza: «Beato l’uomo / che nella legge del Signore trova la sua gioia, / la sua legge medita giorno e notte [...] / È come albero piantato lungo corsi d’acqua, / che dà frutto a suo tempo [...] / poiché il Signore veglia sul cammino dei giusti» (Sal 1), sul cammino di chi avanza ascoltando la Parola e lasciandosi da essa guidare.
La storia del popolo eletto procede in modo tortuoso, tra fedeltà e infedeltà all’alleanza, tra idolatria e fragili movimenti di conversione; è una storia segnata da guerre ed esili, da schiavitù e oppressione, ma anche rischiarata da una luce di speranza: la promessa del Messia. Colui che deve venire «verrà e non tarderà…» (Ab 2,3); nell’attesa «soccombe colui che non ha l’animo retto, mentre il giusto vivrà per la sua fede» (v. 4).
Di fede in fede, ecco la grande pagina biblica che segna la svolta: «Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo. Abramo generò Isacco…» e attraverso una lunga sequenza di generazioni, si giunge all’ultimo anello: «Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo» (Mt 1, 1-2; 16).
Questi tre nomi – Giuseppe, Maria, Gesù – stanno all’inizio della storia nuova. Con loro si compie il passaggio dalla promessa al suo compimento, dall’attesa alla pienezza dei tempi. Scrive con commosso stupore il monaco Ælredo di Riévaulx: «Sinora Dio era sopra di noi: oggi è l’Emanuele, oggi Dio è con noi: con noi nella nostra natura, con noi nella sua grazia; con noi nella nostra infermità, con noi nella sua bontà, con noi nella nostra miseria, con noi nella sua compassione. O Emanuele, o Dio con noi!».
Questo meraviglioso inizio – questo stupendo disegno di salvezza voluto dal cuore misericordioso del Padre – è stato possibile grazie all’Eccomi del Figlio alla volontà del Padre (cfr Eb 10,7); grazie al Fiat, al Sì di Maria all’annunzio dell’angelo (cfr Lc 1,38); grazie alla silenziosa e piena disponibilità di Giuseppe, «uomo giusto», perché non oppone resistenza alla volontà di Dio, ma la compie con gioia (cfr Mt 1,24-25; Sal 1,2).
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