Roma dall’alto e le sue storie
L’unica grande capitale che conserva nel suo tessuto urbano il dialogo dei secoli
L’Anfiteatro Flavio, ovvero il Colosseo. Fu inaugurato dall’imperatore Tito nell’80 d.C.
Il Pantheon con il suo famoso oculo al centro della copertura: il tempio, fatto costruire dall’imperatore Adriano all’inizio del II secolo, nel VII divenne basilica cristiana con il titolo di Santa Maria ad Martyres
Un’insolita vista di piazza di Trevi: della celebre fontana di Francesco Salvi (1735) si vede solo la vasca, mentre diventa protagonistala bellissima facciata della chiesa dei Santi Vincenzo e Anastasio, costruita da Martino Longhi il Giovane tra il 1644 e il 1650 per il cardinale Giulio Mazzarino
Villa Albani e il suo giardino, tra i più celebrati del Grand Tour: fu costruita entro il 1758 per il cardinale Alessandro Albani, nipote di Clemente XI
L’Isola Tiberina, antica sede del tempio di Esculapio, il dio della medicina, e dal 1583 dell’Ospedale Fatebenefratelli: secondo alcuni è la più piccola isola abitata al mondo, il Ponte Cestio e il Ponte Fabricio la collegano alle due rive del Tevere
L’ellisse di piazza San Pietro e l’inconfondibile profilo del Cupolone, quindi via della Conciliazione, aperta nel 1936 demolendo le stradine della Spina di Borgo, e infine a destra Castel Sant’Angelo
Il Foro di Traiano con i Mercati e la Colonna, le chiese di Santa Maria di Loreto e del Santissimo Nome di Maria, la mole bianca dell’Altare della Patria: un’immagine eloquente delle stratificazioni della storia
Piazza del Popolo con le chiese gemelle di Santa Maria in Montesanto (1675) e Santa Maria dei Miracoli (1678)
La piazza del Campidoglio con la struttura stellare disegnata da Michelangelo ma realizzata solo nel 1940: al centro, la copia del Marco Aurelio
Roma è forse l’unica città al mondo nella quale tanti secoli di storia possono ancora liberamente dialogare e confrontarsi nel tessuto urbano, pur nelle slabbrature e sottrazioni causate dai tanti incisivi interventi, prima del potere pontificio (dopo il ritorno definitivo da Avignone) e poi del nuovo Stato unitario.
Nulla comunque rispetto a Londra, completamente sconvolta dal grande incendio del 1666 – che distrusse la City all’ottanta per cento – e duramente colpita ancora nella Seconda guerra mondiale; o Parigi, violentemente rimodellata dal sistema di grandi assi di scorrimento veloce (i boulevard) voluti dal barone Haussmann, prefetto della Senna (1853-1870) sotto Napoleone III, per “risanare” il centro storico (e consentire il rapido trasferimento delle truppe), che l’hanno trasformata, secondo la definizione di Walter Benjamin, nella “capitale del XIX secolo”. Neppure Costantinopoli, “seconda Roma”, la capitale fondata sul Bosforo dall’imperatore Costantino nel 330, può ambire a competere sotto questo profilo con l’illustre precedente, avendo la lunga dominazione ottomana trasformato Istanbul in una città mediorientale, con la skyline segnata dall’affollarsi delle cupole e dei minareti delle moschee. Per secoli chi desiderava abbracciare Roma con un unico sguardo doveva di necessità osservarla da un punto di vista orograficamente vantaggioso, sfruttando i favori dei colli circostanti, e salire quindi sul Gianicolo, o raggiungere il caffè storico Zodiaco verso Monte Mario. Da queste postazioni sono state realizzate le prime carte topografiche “a volo d’uccello”, che hanno avuto grande successo e diffusione tra XVII e XVIII secolo
......
di Roberto Cassanelli