Pienza, il sogno del papa umanista
Pio II Piccolomini trasformò il suo borgo natale in città ideale, ma non potè rimuoverne il passato
Uno scorcio della piazza di Pienza con la cattedrale e palazzo Piccolomini, realizzati su disegno di Bernardo Rossellino (Scala)
La cittadina offre al visitatore un volto sereno, lindo ma al tempo stesso sconcertante. Una strada abbastanza ampia e dritta lo divide quasi simmetricamente in due parti ed è interrotta da un’ariosa piazza trapezoidale sulla quale si affacciano un grande palazzo gentilizio, un duomo dalla severa facciata in travertino scandita in due piani e tre arcate con elegante campanile poligonale, un edificio con portico e un pozzo-cisterna centrale, importante in quella regione alquanto arida. In direzione sud l’Amiata, lontana ma incombente con il suo quasi perfetto cono d’origine vulcanica, fa da sfondo a questa piazza non grande ma abbastanza regolare, armoniosa, degna – si direbbe – di un grande centro. L’insieme offre uno spettacolo rigoroso, coerente, come se la città fosse stata costruita tutta in una volta, sulla base di un disegno unitario: anche se la necessità di adeguarsi a quel che c’era prima e di tenerne conto, costituì senza dubbio un limite rispetto alle esigenze geometrico-simboliche della concezione piccolominiana......
di Franco Cardini