Piazza, come è largo il cuore della città
Dal “forum” romano alle piazze medievali e dell’epoca moderna siamo nel motore politico ed economico del sistema urbano
Fanco Cardini
Gli architetti definiscono ordinariamente la piazza «spazio differenziato nel contesto urbano, di sosta piuttosto che di passaggio, quindi dotato di particolare significato o attrattiva, talora adibito a funzioni caratteristiche». Una buona definizione di sintesi. Proviamo a verificarla nella sua dinamica storica, almeno per quanto riguarda la nostra civiltà occidentale.
La piazza è, propriamente, uno spazio aperto nel quale confluiscono più strade, oppure una strada allargata. Entrambi i casi sono di solito delimitati da edifici; e, non di rado, la piazza è antistante a un edificio solenne (palazzo o chiesa), e a esso funzionale. Ciò suggerisce un uso pubblico, se non addirittura rituale, di tale spazio.
Nell’età romana, il termine “plàtea” indicava un’area urbana caratterizzata da uno spazio libero circondato da edifici: poteva pertanto trattarsi di una “piazza” nel senso moderno ma anche semplicemente di un cortile. La piazza propriamente detta, con le annesse funzioni che noi a tale termine usiamo assegnare, era per i Greci l’agorà e per i romani il forum, che poteva peraltro essere specificamente adibito a molti usi: publicum forum era la piazza fornita di templi e di tribune nella quale ci si riuniva o ci s’incontrava per discutere o per deliberare a proposito di problemi politici o per altri negozi. Il termine aveva anche un valore militare: era forum lo spazio libero nei castra (accampamenti) dinanzi al praetorium, vale a dire alla tenda del comandante. Anche il grande forum di Roma era lo spazio nel quale il popolo si riuniva dinanzi alla sede del senato, la curia: al punto che il rapporto curia/forum andò assumendo lo stesso significato di quello senatus/populus. Con l’ampliarsi dell’Urbe, e poi in tutte le grandi città dell’Impero, si crearono nel tessuto urbano luoghi specializzati per trattare argomenti diversi o svolgere differenti attività: così i fora civilia, dove si trattavano le questioni politiche e giuridiche, e i fora venalia adibiti alle transazioni economiche, alle compravendite, ai mercati. Il forum boarium, ad esempio, era lo spazio deputato alla compravendita dei bovini. Nei centri abitati caratterizzati dalla frequenza o dall’importanza delle transazioni economiche che vi avevano luogo, il termine forum entrava usualmente a fare parte della denominazione toponomastica (per esempio Forum Livii, divenuta Forlì) [...]