La tavolozza è imbandita
Il rapporto tra cibo e arte investe il senso che la storia ha dato all’alimentazione. Una mostra a Brescia lo racconta
Se Claude Lévi-Strauss ha indagato l’alimentazione come momento costitutivo della rappresentazione sociale, elemento basilare dell’antropologia culturale, occorre tener presente che, oltre a questo, il cibo è il terreno sul quale si confrontano ideologie dell’alimentazione e strumenti del suo consumo, ed è anche referente di un processo di comunicazione che, nel corso degli ultimi duecento anni, si è enormemente complicato. Brillat-Savarin, infatti, scrive la sua Fisiologia dopo la Rivoluzione francese, allorché cominciano a delinearsi due alternative, due modalità dell’idea alimentare: da un lato il cibo inteso come superfluo, dall’altro il cibo inteso come insignificante. Nel primo caso, il cibo è vissuto come rappresentazione, o come autorappresentazione, indicazione di uno status ma insussistente al gusto: è dunque come oggetto che viene visto e osservato. Nel secondo, viene invece inteso come pura necessità. Anche in questo caso non conta – alla lunga – ciò che si mangia, ma la funzionalità del consumo: il cibo altro non diventa, almeno tendenzialmente, che carburante per la macchina del corpo......
di Beatrice Buscaroli