La scienza del principio
La storia dell’universo, la comparsa della vita e dell’uomo. La “causa” e oltre: le grandi domande sul “fine”
Non si può ricavare dalla Bibbia quello che essa non vuole dire – perché non riguarda l’ambito religioso – né pretendere dalla scienza quello che non può dire, perché esula dalle sue competenze. La posizione di quelli che vogliono ricavare dalla scienza argomenti contro la creazione è soggettiva e ideologica, non scientifica. Il concetto di creazione, affermato nella Genesi, corrisponde a quello di “creazione dal nulla”, senza materia preesistente, come si legge nel secondo libro dei Maccabei (2Mac 7,28), ed è del tutto diverso da quanto avviene nelle opere dell’uomo, che si serve di materia preesistente. Inoltre la creazione non si esaurisce nel momento iniziale delle cose, quando cominciano a esistere, ma si prolunga nel tempo, perché comporta una dipendenza radicale, ontologica, di ciò che esiste dal Creatore. Questo concetto riconosce alla causalità divina la ragione profonda, costitutiva dell’esistere delle cose, non solo alla loro origine, ma nel loro operare secondo le proprietà e leggi che le caratterizzano. La causalità divina è diversa dalle cause naturali, le quali operano su ciò che esiste. Le cose sono conservate nel tempo, in ogni istante, perché volute da Dio. Ciò che esiste assume un carattere di razionalità e di bontà che conferisce al sistema della natura aspetti di ordine e di finalità.
di Fiorenzo Facchini