La rivoluzione di Copernico
Si festeggiano i 550 anni dell’astronomo che ha cambiato la visione dell’universo. Una storia fatta di ipotesi e di calcoli che la tecnologia moderna aiuta a capire
Flavia Marcacci
Chi era dunque Copernico e quale era la sua proposta astronomica? Il piccolo Niccolò rimane orfano del padre Niccolò senior a soli dieci anni. La madre Barbara Watzenrode trovò nel fratello Lucas un valido appoggio per crescere i quattro figli. Lucas era un uomo influente e benestante, che aveva preso gli ordini sacri fino a divenire vescovo di Varmia. Niccolò, il più piccolo dei quattro Copernico, e il fratello Andrea dovettero allo zio la possibilità di iscriversi all’Università di Cracovia. Non sappiamo cosa studiasse Niccolò, ma sappiamo che la sua biblioteca personale contava volumi fondamentali per chi volesse intendersi di astronomia: tavole numeriche utili a calcolare la posizione dei pianeti e delle stelle, testi contenenti nozioni di trigonometria sferica, trattati di matematica. Niccolò ottenne ancora ventiduenne l’incarico di canonico di Varmia grazie allo zio. Mentre attendeva l’ufficializzazione dell’incarico, il giovane riuscì a recarsi a Bologna, dove si immatricolò nel 1496. Pur studente di legge, Copernico ebbe scambi con Domenico Maria Novara, il professore di astronomia che lo accoglieva in casa riscuotendo una retta. È sul suolo italiano, dunque, che Copernico maturò quell’interesse per il cielo e gli astri che lo renderà degno di fama imperitura. Iniziò a osservare il cielo bolognese e a meditare i primi dubbi circa ciò che da Tolomeo in poi si era insegnato: ovvero che la Terra fosse immobile e al centro del mondo. Nell’anno giubilare 1500 passò per Roma, per poi rientrare in Varmia. Tornò ancora in Italia: prima a Padova presso la facoltà di Medicina, poi a Ferrara dove conseguì il dottorato in Diritto canonico nel 1503.Ma era l’astronomia a dominare i suoi interessi. Tornato in patria a circa trent’anni, aveva maturato la convinzione che la riscoperta degli antichi filosofi e matematici potesse dischiudere nuove conoscenze. La frequentazione delle università italiane gli aveva fatto respirare il clima fervente dell’umanesimo. Egli venne ispirato dalla lettura di antichi astronomi che avevano ragionato sulla possibilità di un mondo con il sole al suo centro, primo tra tutti Aristarco di Samo (IV-III secolo a.C.). Non è da escludere che Copernico avesse recepito le idee riformiste di due attenti studiosi dell’antico sistema geocentrico, il veronese Girolamo Fracastoro e il ferrarese Celio Calcagnini. Questi due astronomi andavano proponendo rispettivamente due diverse ipotesi: il primo propinava una ripresa di una antica teoria risalente ai greci Eudosso e Aristotele e basata sul fatto che i corpi celesti percorressero il loro moto lungo sfere omocentriche attorno alla Terra; il secondo supponeva che il moto rotatorio della sfera celeste e dei pianeti dipendesse dalla rotazione della Terra. Orbi sferici per i pianeti e rotazione terrestre: sono due elementi che in effetti Copernico conservò nella sua proposta astronomica. A queste idee aggiunse quella di un moto di rivoluzione della Terra intorno al Sole e quella del moto dell’asse del pianeta tale da descrivere un cono nel corso di un anno.
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