La Sacra Famiglia nell'arte
Da Luca Signorelli a Michelangelo fino a Murillo: il bello della famiglia
Elena Pontiggia
Quante “Sacre Famiglie” abbiamo visto nella pittura contemporanea? Poche, se si eccettua qualche presepio (che, a rigore, è un soggetto diverso) e qualche altro quadro, per esempio di Jan Knap. I principali protagonisti del Novecento, da Picasso a Chagall a Dalì, che pure alcune volte si sono misurati con temi religiosi come la Crocifissione o la Madonna, non l’hanno mai dipinta. Che sia un indizio, anche questo, della difficoltà che attraversa la famiglia nel mondo d’oggi? Forse la rappresentazione di un quadretto familiare così unito e sereno ha ispirato poco gli artisti. In passato invece non era così e sceglierne qualche esempio non è facile, nella dovizia di composizioni che si potrebbero ricordare.
Muoviamo da una immagine monumentale, che anche per questo motivo concede poco al sentimento. È la Sacra Famiglia per il Palagio di Parte Guelfa, dipinta da Luca Signorelli intorno al 1488 appunto per il partito guelfo fiorentino e ora agli Uffizi. È un tondo dove le figure fanno una gran fatica a trovare spazio e san Giuseppe si curva, certo, perché è in adorazione del piccolo Gesù, ma anche perché, se alzasse la testa, uscirebbe dai margini del quadro. Quando si dice che il Rinascimento poneva l’uomo al centro del mondo non è solo una frase fatta. Effettivamente gli artisti, e con loro i filosofi e gli scrittori, sentivano talmente la dignità dell’uomo che ne dipingevano tutta l’imponenza. E imponente in questa tavola è anche il Bambino, che ovviamente è più piccolo dei genitori, ma è l’unica figura eretta della composizione e alza la mano in un gesto benedicente tutt’altro che infantile. Lui è la vita vera, come indica l’albero verdeggiante che compare in lontananza, ma sembra così vicino al suo volto. Anche Maria ha una figura maestosa, abbellita da una veste di raffinata eleganza (come è elegante il suo sposo, ornato da una sciarpa a strisce all’ultima moda che si ritrova in altri dipinti di quegli anni). Un indizio del clima rinascimentale, infine, è la presenza di ben due libri. La figura dello studioso e dell’umanista è un ideale dell’epoca e anche quando ci si trova all’aperto si legge e si medita.
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