La Roma del Giubileo Caput mundi e nuova Gerusalemme
Il primo Giubileo del 1300 si inserisce in un quadro di rivitalizzazione della Chiesa latina, mentre si affievoliva lo spirito che aveva portato alle crociate
Franco Cardini
Con la riforma ecclesiastica dell’XI secolo, divenne evidente come i promotori del rinnovamento all’interno della Chiesa romana desiderassero dare un ruolo centrale e privilegiato all’Urbe, la città che nel IV secolo aveva visto il suo primato, fino ad allora indiscusso, esposto alla minaccia della sua splendida concorrente sul Bosforo, la Nèa Ryme o Nova Roma, di solito indicata, dal nome del suo fondatore, come Costantinopoli. Questo desiderio rispecchiava l’importanza assegnata all’antico glorioso Caput Mundi nel progetto di riordino religioso e politico voluto da papa Gregorio VII, che diede vita a una nuova forma di gestione ecclesiastica nota come “programma ierocratico”. In tale contesto la centralità di Roma non fu casuale, ma apparve come un punto strategico e simbolico per consolidare l’autorità spirituale del papato e per rinnovare la struttura della Chiesa. Infatti, la città divenne il punto di riferimento e il cuore pulsante di un lungo percorso di pellegrinaggio che attraversava tutta l’Europa, collegando i luoghi santi di Santiago de Compostela e Gerusalemme. Questo tracciato di pellegrinaggio divenne una via di comunicazione spirituale e culturale, costellata da tappe intermedie di grande significato religioso, come la città di Lucca, che custodiva l’immagine del “Santo Volto”, e Costantinopoli, capitale dell’Impero Bizantino e luogo di alta rilevanza per i cristiani d’Oriente.
Anche la prima crociata vide l’importanza di Roma lungo questo percorso sacro. Infatti nell’autunno del 1096 un gruppo di pellegrini armati passò per Roma provenendo dalle Alpi. Qui si fermarono per incontrare papa Urbano II, che era esposto alle minacce dei sostenitori dell’antipapa Guiberto da Parma. Questo passaggio dei pellegrini crociati attraverso Roma sottolinea ulteriormente la rilevanza della città non solo come centro spirituale, ma anche come punto di riferimento politico e simbolico per la Chiesa.
Lungo tutto questo percorso di pellegrinaggio, che le stesse crociate abbracciavano, percorso che collegava Roma a Gerusalemme, si trovavano numerosi monumenti e luoghi di culto. Questi erano eretti spesso come memoriali che richiamavano il ricordo di Gerusalemme e del Santo Sepolcro, e avevano lo scopo di predisporre spiritualmente i pellegrini alla “Visio Pacis” (visione della pace) che si sperava di trovare a Gerusalemme, meta ultima del pellegrinaggio. Tuttavia, per i pellegrini, la più intensa e significativa preparazione spirituale al confronto con il Santo Sepolcro si viveva a Roma, di fronte alla reliquia della Veronica: l’immagine del volto di Cristo impresso su un panno, un simbolo della sofferenza e della redenzione divina. Con il tempo, questa reliquia divenne uno dei principali punti di riferimento per i pellegrini, tanto che con l’arrivo dell’anno 1300 papa Bonifacio VIII colse l’occasione per rendere Roma una meta altrettanto desiderabile di Gerusalemme.
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