La Bibbia di don Lisander
Alessandro Manzoni conosceva bene le Sacre Scritture “I Promessi sposi” trovano ispirazione nel Magnificat
Gianfranco Ravasi
L’orizzonte tematico che si apre davanti a chi vuole rintracciare la filigrana biblica negli scritti manzoniani è immenso. Ne ha offerto una mappa un importante studioso di letteratura italiana come Giuseppe Langella nella voce dedicata allo scrittore milanese nel grandioso Dizionario biblico della letteratura italiana diretto da Marco Ballarini (Ipl, Milano 2018). Noi stessi nel 2016, sotto il titolo più generico Manzoni e la Bibbia, abbiamo condotto una minuziosa recensione di tutte le fonti bibliche dirette o indirette usate dall’autore nelle sue Osservazioni sulla Morale Cattolica (Salerno Editrice), traendone un bilancio molto suggestivo.
Non è neppure possibile in queste nostre righe ricostruire la formazione teologica di Manzoni, a partire dalla sua conversione avvenuta nel 1810 per passare attraverso il fluire degli anni successivi (soprattutto col sostegno dell’abate Eustachio Degola e di monsignor Luigi Tosi, poi vescovo di Pavia). Ci accontenteremo, invece, prima di affrontare un breve percorso nei Promessi sposi, il suo capolavoro, di gettare innanzitutto uno sguardo nella biblioteca di Manzoni per un sondaggio di verifica degli eventuali sussidi biblici e teologici che egli aveva a disposizione.
Prima di fissare l’attenzione sulle edizioni della Bibbia, è interessante notare che tra quei volumi non mancano strumenti esegetici in uso allora, sia pure raccolti in forma un po’ dispersa. Così, ci imbattiamo in una selezione italiana dell’immensa opera dell’abate settecentesco Augustin Calmet, in un’edizione di Giuseppe Flavio, lo storico giudeo-romano del I secolo, in un paio di testi dedicati alla storia dell’Antico e del Nuovo Testamento, nei commenti ai Salmi di sant’Agostino, in alcune “spiegazioni” di Giobbe, dei Salmi, della Passione e di testi paolini, e troviamo persino un testo sulla pasqua giudaica.
Si accumulano anche vari manualetti di pietà che contengono passi biblici, soprattutto quelli inerenti all’officiatura liturgica. Oppure si hanno libri di meditazione e affiorano anche versioni “letterarie” - più o meno di qualità - di scritti biblici. Non manca anche qualche esempio di uso apologetico delle Scritture, uso che sarà ampiamente praticato da Manzoni nelle citate Osservazioni. Il nostro interesse, però, si orienta soprattutto sulle edizioni della Bibbia, e qui ci imbattiamo in qualche sorpresa. Manzoni, certo, ha a disposizione nella casa milanese di via Morone la classica Vulgata, la traduzione latina della Bibbia compiuta da san Girolamo. La possiede nell’edizione in otto volumi pubblicata a Parigi nel 1652. A essa si aggiunge anche una notevole serie di Bibbie parziali o integrali tradotte in lingua volgare. Segnaliamo, poi, una serie di versioni in italiano o francese di singoli libri biblici: Giobbe, i Salmi e Isaia.
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