LE LUCI DEL MEDIOEVO
Il Medioevo, “età di mezzo” sospesa tra la classicità greco-romana e la modernità, è insieme il luogo delle nostre radici e per molti aspetti un’età diversa, un altrove rispetto a noi, per categorie di giudizio e di ragionamento. Lo sentiamo come un “tempo per tutte le stagioni”. Possiamo trovare tutto e il contrario di tutto. Ci sono il lievito e la sostanza d’ogni età del mondo, d’ogni età passata e futura. E vi scorgiamo i conflitti del nostro presente: il culto della tradizione e il fascino dell’innovazione, la sete di giustizia e le grandi iniquità, il rispetto per le istituzioni e la furia devastatrice della barbarie, la mistica e l’empietà, la divina liturgia e il fermento dei mercati, l’anelito alla pace interiore e sociale e la violenza delle innumerevoli guerre, l’incontro e lo scontro delle culture e delle civiltà. Ma c’è una luce che alimenta la fede e l’arte: nei grandi santi e nelle grandi cattedrali, così come nel popolo di Dio e nelle piccole pievi di campagna. Nel nome della gloria di Dio l’agire, il pensiero e le arti si muovono e crescono. E la Gloria Dei è l’orizzonte che tutto illumina e rende fecondo, nel segno della speranza e della vita eterna.
Due sono gli editoriali, entrambi dedicati alla centralità del divino in un’epoca assurta quasi a età dell’oro della cristianità. Cristiana Maria Dobner, monaca carmelitana, si sofferma sui grandi mistici. Per Giovanni Gazzaneo il Medioevo è “un passato che non passa, un tempo che ha nell’Eterno l’orizzonte del suo compiersi”.
Franco Cardini, nel primo servizio della monografia, racconta il proprio rapporto con il Medioevo, una passione nata in gioventù e mai abbandonata. Timothy Verdon si sofferma sul valore simbolico dell’immagine sacra. Antonio Musarra racconta la grande mobilità che, nonostante le difficoltà, caratterizzava quei secoli, tra mercanti e pellegrini. L’architettura sacra è al centro del contributo di Maria Antonietta Crippa, mentre Amedeo Feniello descrive la rinascita delle città, uno dei tratti caratteristici dell’ultima parte del Medioevo. Dei prodromi della scienza, tra astronomia e botanica, si occupa Marina Montesano. Alberto Bartola traccia un affresco del complesso e variegato mondo delle lettere, tra latino e l’esplosione del volgare. Elena Pontiggia offre un sintetico viaggio tra gli splendori artistici del Medioevo italiano. E ancora monaci e frati anima dell’Europa con Maria Pia Alberzoni, le diverse e complementari vie di approccio al divino di Anselmo d’Aosta e Ildegarda di Bingen con Alessandro Ghisalberti, la nascita delle università con Pietro Silanos. Infine, il mito del Medioevo, risorto in piena età dei lumi e che si propaga ancora oggi sotto molte forme, con Umberto Longo e Alessandro Zaccuri.
Chiudono il numero le rubriche di Franco Cardini, Marco Vannini, Luigi Garbini, Antonia Arslan.