Luoghi dell' Infinito > Il Natale nella musica

Il Natale nella musica

La tradizione popolare e le composizioni dei grandi maestri, non c’è festa più “intonata” e commovente del Santo Natale

​Andrea Milanesi

«Numero settantotto, disse a bassa voce mentre si disponevano a semicerchio e i ragazzi, scoperchiando le lanterne per ottenere una luce più chiara, ne puntarono i raggi sugli spartiti. Poi il suono di un inno antico e consumato dal tempo si fece avanti nella notte silenziosa, esprimendo una cristianità pittoresca con parole trasmesse oralmente di padre in figlio attraverso molte generazioni fino a giungere a questi personaggi, che ora le intonavano con zelo: “Ricordati che Adamo è caduto, o tu uomo”».
Questa breve testimonianza di “pittoresca cristianità” è dovuta alla penna dello scrittore inglese Thomas Hardy, che nel romanzo Under the Greenwood Tree (Sotto gli alberi, 1872) ci riporta ai primi anni del XIX secolo: è appena scoccata la mezzanotte della Vigilia di Natale, quando il coro della comunità di Mellstock comincia a eseguire la carola Remember, O Thou Man. E come per magia, il lettore si trasforma in “ascoltatore” e si ritrova immerso in una dimensione “altra”, evocata dal mondo affascinante e suggestivo dei canti natalizi che, con il loro messaggio di pace e di speranza, aprono il cuore e l’immaginazione verso il momento in cui la venuta del Salvatore ha cambiato per sempre il corso dell’intera storia dell’umanità.
Tutto ha avuto inizio più di duemila anni fa, nelle terre della Giudea: «Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore» (Lc 2,10-11). Sono i pastori, umili personaggi “minori”, i primi a cui l’Angelo del Signore ha portato la Buona Novella, in un modo così semplice e diretto da lasciare un’eco e un segno profondo che non ha mai smesso di risuonare nell’animo dei fedeli.
[...]