Il Natale e Superman
Al contrario di quanto ci suggerisce la modernità, celebrare la festa secondo tradizione ci rende completi
Gilbert Keith Chesterton
Chi non celebra il Natale è un essere umano incompleto. Ma non può capirlo, perché non comprende ciò che è l’uomo incompleto, in quanto preferisce parlare di uomo incompiuto. Per questo tipo di persone l’uomo non è altro che un animale incompiuto, che passa in vari stadi sempre migliori e più puri; e le tappe di questo percorso consistono principalmente nell’abbandonare diverse cose lungo il cammino. Così se perde il gusto per la torta natalizia o per la bella musica, se non assapora più il vino e non gioisce di una festa sfarzosa, può fermarsi un attimo a pensare e dire a se stesso: «Ora sì che mi sento molto più leggero nel mio viaggio etereo verso il nulla; mi sto incamminando su quel sentiero che conduce in un qualche luogo, che non so dove porti ma che so essere completamente diverso da qui; è ovvio che in questo itinerario anche l’intelligenza più mediocre vedrebbe che sono molto meno umano, mentre l’intelligenza più sublime capirebbe che mi avvio ad essere un superuomo». In questi casi essere incompleti non è un difetto, ma è solo la presa di coscienza di essere mancante di qualcosa. Per loro l’uomo è sempre, incurabilmente, in difetto.
Ci troviamo di fronte a colui che i medici chiamano mentalmente deficiente; in quanto non riesce mai a spiegare dove stia andando, né cosa diventerà domani, men che meno ciò che sarà dopodomani. Non vi è definizione che possa descrivere a quale livello vertiginoso è arrivato. Non si può dire quando finirà l’evoluzione, visto che è senza fine. E così nessuno è riuscito nemmeno lontanamente a descrivere il superuomo, mentre i mistici e i moralisti hanno tentato di descrivere l’anima gloriosa, l’angelo o la natura spirituale del paradiso. E se ciò che possiamo ottenere con l’evoluzione può essere qualsiasi cosa, parimenti ciò che perdiamo lungo la strada potrebbe essere qualsiasi cosa. Visto che non sappiamo in che tipo di animale ci trasformeremo, con quali gambe e braccia, occhi e naso, con quanti baffi e con quale tipo di intelligenza ci ritroveremo, o se il tutto svanirà. E se nello stadio finale dell’evoluzione non potrà gustare il pudding di Natale perché non ha più una bocca, sarà impossibilitato a ballare una danza natalizia perché privato delle gambe, non potrà più cantare i cori natalizi in quanto le vibrazioni cosmiche hanno reso superfluo l’uso della voce, allora sapremo ciò che avrà perduto, ma non ciò che avrà guadagnato, sempre che abbia guadagnato qualcosa lungo il cammino.
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