Greccio e l'invenzione di Francesco
Il presepe di Greccio, di cui ricorre l’ottavo centenario, più che trovare origine nelle sacre rappresentazioni nasce dal viaggio del Poverello di Assisi in Terra Santa
Franco Cardini
Francesco d’Assisi (1182-1226) scelse al centro della sua vocazione l’imitazione di Gesù e la rinunzia ad ogni forma di potere: inclusi il possesso di beni e la cultura, formidabili forme di potere essi stessi. Pertanto, la sua esistenza di “frate minore” doveva esser segnata dall’itineranza e dall’umile richiesta di elemosina: due elementi essenziali che lo avvicinavano molto alla condizione del pellegrino.
Infatti, come pellegrino si recò a Roma fra 1209 e 1210; verso il 1212 pare intraprendesse - ma senza compierlo - il pellegrinaggio verso Santiago de Compostela; e nel 1219 s’imbarcò da Ancona diretto in Terra Santa, dove già si era insediato un gruppo di suoi seguaci. Era allora in corso una crociata, il che pone alcuni problemi: primo, se Francesco abbia preso la croce (come non-combattente, beninteso: del resto, come membro del clero, altro non avrebbe comunque potuto fare); secondo, se abbia mai visitato i Luoghi Santi, come afferma una tradizione devota.
Non aveva potuto recarsi né a Gerusalemme, né a Betlemme. Certo conosceva chi lo aveva fatto: anche i suoi frati di Acri. Si è notato che la visita ai Luoghi Santi era interdetta ai cristiani pena la scomunica in tempo di crociata, allorché solo le armi autorizzavano il cammino di Terra Santa. Nulla da parte musulmana ostava al pellegrinaggio, beninteso. Lì, bastava pagare il pedaggio. È vero che i chierici latini erano stati cacciati dai Luoghi Santi quando i musulmani del Saladino avevano riconquistato Gerusalemme, nel 1187: solo con la fondazione della Custodia francescana di Terra Santa le cose sarebbero cambiate.
Durante la crociata, Francesco incontrò il sultano: storicamente parlando possiamo essere certi che l’incontro sia avvenuto.
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