Giubilei nella storia
Da Bonifacio VIII a san Giovanni Paolo II le trasformazioni di un “tesoro” della Chiesa
È una storia che viene da lontano e poggia sulla fiducia nella misericordia di Dio, la conversione e il perdono, la comunione dei Santi e la riconciliazione. Ed è anche una storia che segna a lungo le vicende di Roma, contribuendo alla trasformazione del suo volto sacro e profano, delle sue forme di pietà e delle sue istituzioni.
È la storia dei Giubilei, iniziata nel Trecento, come risposta di papa Bonifacio VIII alla richiesta del popolo romano di una “pienissima remissione dei peccati” e sostenuta da prassi più antiche, a premiare la fatica del pellegrinaggio e altre pratiche penitenziali. Alle origini, è come se fosse stato il popolo, nell’eco di dottrine millenaristiche, scrutando i segni del perdono, a rivendicare il Giubileo cristiano, credendo in quelle indulgenze che poi la Chiesa ha codificato e disciplinato. Un’alba misteriosa quella della “nuova perdonanza”: svelata, al termine dello stesso Giubileo del 1300, dal cardinale Jacopo Stefaneschi nel Liber de centesimo seu Jubileo anno, e dopo di lui narrata da generazioni di cronisti.
L’Urbe negli Anni Santi dal Basso Medioevo (quelli di Dante e del Petrarca e della peste) sino al Rinascimento dispensa “pienissimo perdono” ma non offre un gran bel quadro ai romei diretti al sepolcro di Pietro o all’ostensione della Veronica. Nonostante descrizioni edulcorate, nella terra un tempo irrorata dal sangue dei martiri vivevano poche decine di migliaia di persone, per lo più in ambienti fatiscenti, mentre le famiglie nobili occupavano le antiche rovine trasformate in rocche. Solo più tardi, sempre prodiga di indulgenze, Roma trasformerà i pellegrini in testimoni del suo rinnovato quadro, partecipi dunque, oltre che dei simboli del perdono e dei riti della Porta Santa, della sua ritrovata bellezza; ne appagherà l’anima con lo splendore delle sue basiliche, e l’arte dei suoi pittori e scultori; e garantirà loro un’accoglienza sempre più degna quanto a vitto, alloggio, sicurezza.
Non solo. A partire dalla Riforma sino alla Rivoluzione francese, anni segnati dalla divisione confessionale dell’Europa e dal tentativo del papato di mantenere un ruolo strategico, anche ai Giubilei toccherà palesare la centralità di Roma come nuova Gerusalemme, cuore dell’ecumene e ponte tra l’umano e il divino.
di Marco Roncalli