E l’iride diventa il velo del mistero
Da sempre nella pittura i colori assumono la funzione di dire e non dire, ricoprendo la realtà con le loro cromie per meglio far risaltare la verità delle cose
Di quali colori parlano Valéry, Rimbaud, Dante? Di colori indefiniti, restii alle tabelle, renitenti alle classificazioni e alle misurazioni. Sono apparizioni misteriose, non prodotti chimici. Un altro aiuto, a questo punto, ci viene dall’etimologia. Come spiega Giacomo Devoto, il latino color rimanda a colere, causativo di celere, da cui derivano anche celare e occulto. Colere, prosegue sempre Devoto, significa “nascondere”. Anche secondo un’interpretazione antichissima, adombrata nell’indiano varna, il colore è ciò che ricopre, che nasconde l’essenza ultima delle cose. Nasconde e, in questo modo, rivela. Il colore, insomma, dice il mistero nell’unico modo possibile: dice che il mistero esiste. Non lo spiega, quasi fosse un indovinello; non lo risolve, quasi fosse enigmistica anziché enigma; non lo svela, quasi fosse una formula magica da imparare a memoria. Lo fa invece risaltare, come un velo deposto su un oggetto ci fa notare meglio quell’oggetto, proprio sottraendolo alla nostra vista......
di Elena Pontiggia