Caravaggio, passione del vero
Il maestro, primo a portare l’autobiografia nell’arte, “torna” a Milano con una mostra che chiude decenni di studi e ricerche
Michelangelo Merisi torna a casa sua con la mostra, aperta il 29 settembre scorso a Palazzo Reale di Milano, intitolata “Dentro Caravaggio”. Data scelta opportunamente, poiché il 29 settembre è il giorno della nascita del pittore, avvenuta a Milano nel 1571. Lì si formò, e lì ebbe la prima memorabile consacrazione nel 1951 quando, nello stesso Palazzo Reale, si tenne l’esposizione dal titolo “Mostra del Caravaggio e dei caravaggeschi”. Il curatore era Roberto Longhi, che aveva impresso una svolta decisiva alla definitiva riscoperta del sommo maestro, ponendo i presupposti di quella sorta di divinizzazione, oggi pressoché compiuta attraverso la bella mostra curata da Rossella Vodret. Nel 1951, la commissione per la scelta delle opere annoverava i più grandi nomi della storiografia artistica del tempo, da Argan a Marangoni a Salmi a Venturi, e il comitato scientifico della mostra attuale non è da meno, essendo presieduto da uno dei più grandi storici dell’arte viventi, Keith Christiansen del Metropolitan Museum di New York, con la presenza, tra gli altri, di Alessandro Zuccari, titolare della prima cattedra di Storia dell’arte moderna all’Università la Sapienza di Roma, degno erede di Maurizio Calvesi, e Silvia Danesi Squarzina, entrambi insigni riscopritori di tanti nuovi aspetti del Caravaggio.
Gli studi sviluppati da Rossella Vodret e, con lei, da uno stuolo di collaboratori, allievi e studiosi di prim’ordine, hanno portato all’attenzione degli specialisti e dei semplici appassionati una serie impressionante di dati filologici e tecnici nuovi, sulla cui base possiamo ben sostenere come ciò che Roberto Longhi e i suoi seguaci sapevano del Caravaggio fosse una minima parte di quanto è poi emerso e che adesso fonda in modo solido le nostre cognizioni; anche se già il Longhi era stato in grado di rimarcare l’eccezionalità assoluta di quella figura.
Finalmente è possibile ricostruire la vicenda umana e professionale del Maestro con una dovizia di informazioni, molto ben verificate in sede filologica (citiamo almeno le preziose ricerche svolte presso l’Archivio di Stato di Roma) e molto approfondite sul piano tecnico, di cui il catalogo della mostra (organizzata da Skira-MondoMostre) dà esauriente conto, allineando una serie di saggi approfonditi e illuminanti. Rossella Vodret del resto ha prodotto una massa cospicua di ricerche, prima e durante la preparazione di questa mostra, in cui sono stati coinvolti i più importanti storici e analisti dell’arte, personalità di grande competenza che hanno scandagliato ogni meandro della tecnica, delle procedure e delle strategie creative del Caravaggio. Tutto ciò ha contribuito in modo determinante a confermarne la figura di pittore unico ed eccelso, di cui possiamo comprendere sempre meglio le motivazioni, le intenzioni profonde, i rapporti con la committenza e, più precisamente, con l’ambiente intellettuale, mercantile e sociale del tempo.
di Claudio Strinati