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Sono belle tutte le mamme dell’arte

​Una figura, quella materna, che da sempre è al centro della poesia e dell’arte, nelle loro forme rappresentative più delicate e alte. Persino nel periodo ferreo delle sperimentazioni, tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, il tema della madre non venne tralasciato, ma declinato e sviluppato secondo i dettami moderni. La lirica e toccante Maternità di Gaetano Previati, esposta alla prima Triennale di Brera nel 1891, diventa il filo conduttore per questo percorso raffigurativo dell’amore materno a cavallo dei due secoli. Il dipinto fu all’epoca oggetto di dibattito sia per la tecnica divisionista adottata dall’autore, sia per l’alone fortemente simbolico e mistico che quella tecnica e i toni luminosi donavano alla scena sacra ambientata all’aperto. Vittore Grubicy, critico d’arte che apprezzava Segantini e artista a sua volta, identificò nella Maternità di Previati il prototipo della pittura “ideista”. Dalla genesi di questo capolavoro, alle opere di Medardo Rosso, Segantini, Morbelli, Pellizza da Volpedo e Boccioni. Una tributo affettivo, individuale e universale, alla Madre. “L’amore materno alle origini della pittura moderna,  da Previati a Boccioni”, a cura di Francesca Rossi e Aurora Scotti. Verona, Palazzo della Ragione. Fino al 10 marzo. Info: 0458001903, gam.comune.verona.it.