Pollock e gli altri, americani a Roma
A partire dagli anni Trenta, New York diventa il polo attrattivo per gli artisti non solo americani ma europei. Nella Grande Mela si ritrovano per esempio l’olandese De Kooning, il russo Mark Rothko e l’armeno Arshile Gorky, oltre alla pattuglia di pittori a stelle e strisce, tra cui Jackson Pollock, giunto qui dalla California. Si delinea così la “Scuola di New York”, ossia quel gruppo di giovani artisti sperimentali che guardano con interesse alle passate esperienze europee, dal Cubismo al Surrealismo, conosciute attraverso le iniziative del Museum of Modern Art. Esponenti di punta dell’Espressionismo astratto, action painters – come Pollock – o color field painters – come Rothko – furono definiti dalla critica gli “Irascibili”, a causa della risentita lettera che inviarono nel 1950 ai giornali, per essere stati esclusi dalla rassegna sulla pittura contemporanea americana organizzata proprio dal MoMA. In mostra una cinquantina di capolavori di diciotto artisti, tra cui spicca il Number 27 di Pollock, un olio eccezionale, emblema di tutta la rabbia e l’armonia della modernità. “Pollock e la scuola di New York”, a cura di David Breslin, Carrie Springer con Luca Beatrice. Roma, Complesso del Vittoriano, Ala Brasini. Fino al 24 febbraio 2019. Info: 068715111, ilvittoriano.com/mostra-pollock-roma.html.