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Non-sense e altri sensi, avanguardie ad Alba

Il movimento Dada nacque a Zurigo e si sviluppò dal 1916 al 1920, lasciando poi il campo al Surrealismo. Mentre il primo vide la luce in pieno conflitto mondiale e si richiamò a una sorta di nichilismo sia sociale che artistico, dissacrando la tradizione ottocentesca e ponendosi contro tutto e tutti, il secondo si focalizzò sulla psicanalisi e i processi inconsci che influenzano le azioni umane, compreso l’operato degli artisti. Esiste una continuità, accentuata o mitigata dalle differenze, tra il nulla e il sogno: tra l’anti-arte propugnata da Tristan Tzara e gli automatismi onirici descritti da André Breton nel Manifesto del surrealismo del 1924. La rassegna, che accoglie i capolavori del Museo Boijmans Van Beuningen di Rotterdam, si articola in nove sezioni, concentrandosi su alcune delle tematiche dada e surrealiste: il caso, la bruttezza estetica, il legame tra arte e ideologia. Presenti opere di Man Ray, Arp, Picabia e le tre versioni delle Boîtes di Duchamp. Oltre a De Chirico, Miró e Picasso, da segnalare il dipinto di Dalí ispirato alle poesie di Raymond Roussel, e Les Chants de Maldoror di Lautréamont illustrati da Dalí e Magritte. “Dal nulla al sogno. Dada e Surrealismo”, a cura di Marco Vallora. Alba, Fondazione Ferrero. Fino al 25 febbraio. Info: fondazioneferrero.com