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Una chiesa per ricucire Lipsia

​di Mario Botta

La nuova chiesa cattolica della Santa Trinità a Lipsia – oggetto di un concorso di architettura nel 2009 – è stata terminata nel 2015. Lo studio Schulz und Schulz ha realizzato un insieme architettonico interpretando il programma funzionale – che prevedeva la costruzione di una chiesa e dei locali per le attività complementari – come l’occasione di definire un chiaro ridisegno urbano di una parte importante della città, già ricostruita dopo le ferite subite durante la Seconda guerra mondiale.
L’intervento mostra un atteggiamento intelligente ed efficace, che non sempre possiamo registrare negli esempi recenti, che spesso vedono la chiesa come un oggetto singolo, isolato e talvolta autoreferenziale rispetto al tessuto del contesto urbano adiacente.
In questo caso gli architetti hanno dimostrato una forte sensibilità rispetto al disegno urbano, interpretando in modo esemplare una condizione strategica di articolazione del tessuto della città. L’attenzione e il potenziamento degli spazi pubblici, con un ridisegno fra il viale di scorrimento (il Martin-Luther-Ring) e la contigua piazza (Wilhelm-Leuschner), ha guidato l’impianto organizzativo del programma, che si è configurato attraverso un chiaro lotto triangolare che dona forza a quella precisa collocazione urbana.
Questo atteggiamento, che privilegia la lettura della morfologia urbana rispetto alla tipologia edilizia, risulta totalmente vincente poiché consolida la città nei suoi spazi e nelle sue attività funzionali, ponendo l’ecclesia quale punto di riferimento importante per tutte le attività complementari che compongono il programma. L’insieme dei servizi che strutturano l’edificio di culto diventa una parte viva della città. La lezione di Rudolf Schwarz, impartita con la chiesa di Sant’Anna a Düren, del 1956, trova qui a Lipsia un’appropriata interpretazione, che richiama l’edificio di culto a una nuova centralità all’interno delle articolazioni proposte dalla città.
La distribuzione funzionale richiesta dal programma, che comprende anche le attività complementari alla chiesa vera e propria, ha dovuto essere inserita all’interno di una difficile configurazione urbana a triangolo acuto. Nella soluzione adottata, l’insieme delle parti viene distribuito attorno a una corte centrale e la regolare profondità degli spazi interni realizza una composizione semplice e chiara: il lato corto di base accoglie l’aula assembleare con le differenti articolazioni liturgiche richieste, mentre, sui lati lunghi del triangolo, gli elementi di servizio si concludono nella parte acuta dell’incontro planimetrico con un disegno d’angolo che si configura come campanile.
Il grande volume cubico della chiesa sul fronte fra il viale di scorrimento e la piazza a lato diviene una perentoria presenza sociale-collettiva-religiosa che segnala l’esistenza di uno spazio interno importante, mentre il porticato parallelo al viale funge da soglia rispetto a una corte interna, dalla quale avviene l’ingresso alle differenti funzioni. Il lotto urbano triangolare, apparentemente ostile ai rapporti spaziali e visivi con l’intorno, si trasforma in un luogo accogliente che disimpegna le diverse attività richieste, distinguendole rispetto al traffico della città.
Bello e sobrio è il trattamento a strisce orizzontali di altezza irregolare della pietra delle facciate, che introduce una tessitura – un ricamo – con un cambiamento di scala fra la potenza dei volumi e il loro trattamento raffinato.
Il complesso della Santa Trinità a Lipsia è certamente uno dei più felici interventi nella costruzione di nuovi edifici di culto poiché rivendica alla città il ruolo di comunità della vita sociale. La chiesa e i suoi servizi trovano un’organizzazione funzionale e una forza plastica di grande bellezza e serenità, diventando un segno riconoscibile dei nostri tempi.