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Harry Christophers, l’attualità dell’antico

​Nel corso degli anni, tra Harry Christophers e la musica sacra si è stabilita una lunga e intensa frequentazione che va molto al di là della semplice attività professionale; classe 1953, il direttore inglese ha infatti sempre intrattenuto un legame speciale con i grandi repertori tra Rinascimento e Barocco, proprio là dove – come sostiene lui – «i più importanti compositori erano impegnati a scrivere per la gloria di Dio e la loro musica rappresentava un ornamento concepito per rendere omaggio alla Parola della liturgia».
Su questa radicata convinzione Christophers ha scandito le diverse tappe di un impegno e di una vocazione praticamente totalizzante. Studente (e cantore) al Magdalen College, appena lasciata l’Università di Oxford nel 1979 ha creato il gruppo vocale The Sixteen, per continuare a coltivare la sua passione per la musica antica “dall’interno”; nel 1985 ha dato poi vita a una compagine orchestrale su strumenti originali, principalmente per affrontare le musiche di Monteverdi, Bach e Händel. «Ho sempre eseguito e inciso partiture che hanno qualcosa di profondo da dirmi, scritte da compositori con cui sento un’affiliazione diretta; cerco di rimanere fedele alle intenzioni di ognuno e di far sì che l’approccio risulti naturale e mai forzato».

Il lancio nel 2006 della serie televisiva BBC intitolata Sacred Music ha rappresentato un evento di grande successo per Christophers e i suoi gruppi: «Si tratta di programmi molto fantasiosi e istruttivi, che offrono un contributo di carattere storico, artistico e documentario alla comprensione del repertorio religioso e che hanno portato via via lo spettatore alla scoperta della rivoluzione gotica nel XII e XIII secolo a Parigi con Leoninus e Perotinus, attraverso la Riforma inglese con Tallis e Byrd fino al grande maestro italiano del Rinascimento, Palestrina. Nella seconda serie abbiamo abbinato tra loro diversi autori: Brahms con Bruckner, Gorecki con Pärt, Fauré con Poulenc».

Risale invece al 2000 il Choral Pilgrimage, originariamente destinato a essere un progetto una tantum per il Giubileo del Millennio, ma poi diventato un appuntamento fisso annuale giunto alla 15a edizione, fedele alla formula originaria: riportare nelle cattedrali d’Inghilterra i capolavori della tradizione antica. «Abbiamo toccato trenta sedi in tutto il Paese con programmi sempre diversi, spaziando tra i grandi maestri del Rinascimento. Ogni anno siamo seguiti da circa 25 mila persone e portiamo questi repertori a un pubblico sempre più vasto, introducendolo a musiche che rappresentano un patrimonio di inestimabile valore per la storia culturale e religiosa d’Europa»

di Andrea Milanesi