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Claire de Castelbajac il sorriso dell’amore totale

​Maria Emmanuel Corradini

Claire de Castelbajac nasce il 26 ottobre 1953 a Parigi, ultima di una famiglia di cinque figli. A sei anni, una sera spontaneamente compone la seguente preghiera: «Gesù, fa’ che i cattivi, e coloro che non ti amano, e coloro che non ti conoscono, diventino buoni, e ti conoscano e ti amino, e preghino tre volte al giorno, e vadano tutti in Cielo». La mamma le chiede: «Hai pensato a offrire il tuo cuore e la tua giornata, oggi? – Certamente! Ci penso sempre! Altrimenti, a cosa servirei?».
Dopo l’esame di maturità, Claire decide di dedicarsi al restauro di dipinti e affreschi. Nel 1972, a Pasqua, si trasferisce a Roma, per preparare un concorso. Ha diciotto anni e nel suo diario personale, scrive: «La santità è l’Amore nel vivere le cose ordinarie per Dio e con Dio, con la sua grazia e la sua forza». La vita della città la cambia, si sente “inebriata”. All’inizio di ottobre, dopo l’estate in famiglia, riparte per Roma, piena di energia. Ma poi scrive ai genitori: «Mi rendo conto a che punto di vanità e di egoismo mi sono ridotta, sotto l’appellativo fallace di eman­cipazione…». Nel mese di settembre del 1974, Claire va con un gruppo di giovani amici per alcune settimane in Terra Santa. Diventa un’esperienza fondamentale per rinvigorire la sua fede. Scrive, in una lettera ai suoi genitori: «Incomincio ad afferrare il senso della parola Amore di Dio: non bisogna, credo, appassionarsi a questioni accessorie, ma puntare tutto verso Dio, e soltanto verso di Lui!» Dopo il ritorno dalla Terra Santa, Claire lavora sugli affreschi di Simone Martini della cappella di San Martino nella basilica di San Francesco di Assisi. Prende ospitalità dalle monache benedettine di Assisi, e a parte il lavoro fa una vita ritirata nella “sua cella”. A una monaca confida: «Vorrei regalare la felicità a tutti quelli che avvicino e seminare la gioia. La piccola Teresa aspettava di essere in cielo per rendere le anime felici. Io voglio farle felici fin da ora su questa terra». E ancora: «Sono continuamente immersa nella gioia e nella pace interiore. Amo tutti e desidero renderli felici: questa è la gioia dei figli di Dio! Da quanto la cerco».
Ritorna dalla famiglia a Lauret per le vacanze di Natale. Il 4 gennaio sta male, le viene riscontrata una meningoencefalite virale fulminante. Domenica 19 gennaio, men­tre appare assopita, dice a un tratto, nettamente e a voce molto alta: «Ave Maria, piena di grazia…» poi si ferma, spossata. Sua madre continua la preghiera; alla fine di ogni Ave Maria, Claire mormora: «e poi… e poi…», per far continuare il rosario. La sera del 20, sprofonda in un coma irreversibile. Entra nell’eternità mercoledì 22 gennaio 1975.
Nel 1970, aveva scritto a un’amica: «Trovi veramente che la prossimità sempre crescente della morte sia angosciosa? Io penso di no; non bisogna temere la morte. La morte è soltanto il passaggio da una vita di gioie e di piccole sventure… alla Felicità totale, alla Vista perpetua di Colui che ci ha dato tutto». Negli anni successivi alla sua morte, i suoi scritti, il suo pensiero e la sua testimonianza sono stati oggetto di riflessione, e l’hanno fatta conoscere al di là dei confini francesi. Nota per la sua testimonianza sulla gioia nella vita spirituale, è stata dichiarata serva di Dio nel 1990. Il processo di beatificazione per Claire si è concluso a livello diocesano il 16 febbraio 2008.