Luoghi dell' Infinito > Siena, la profezie incisa nel marmo

Siena, la profezie incisa nel marmo

Nel pavimento della cattedrale toscana l’abilità di artisti e artigiani si fa mistica rivelazione Una lettura d’autore del poeta e scultore senese Lippi

​Se, nella vampa notturna del sogno, un popolo di generosi pellegrini venisse a guado entrando, al buio, nel bisbiglio fulgente d’acqua, nella cattedrale di Siena, troverebbe a tastoni con i piedi scalzi un sacrario stellato di marmi. Quasi una mappa del Cielo in terra su cui orientare d’istinto il cammino verso la Gerusalemme celeste. Un paradiso di figure sospese, che affiora lento come un pianto di gioia. Una città di ghiaccio che galleggia sulla nebbia del mondo. Le tarsie magistrali dei luminosi operai e fabbriceri del Duomo hanno su tutti noi un vasto potere d’attrazione magnetica per il loro frasario armonico e levigato dei marmi: ingegnosa frattura e ricomposizione di questo pane del Cielo, vivo e sottile come una pisside ricolma di azzimi prima della consacrazione. Un pavimento che fluttua nell’anima, severo come la gioia di Cristo. Un sudario di bende sciolte dal vincolo della morte, affidato alla pietà di chi accede alle soglie del tempio. Quest’immenso popolo di marmo in frantumi è figura della bocca del leone che ha stritolato le ossa dei martiri lungo la storia della salvezza. Loro – i profeti, i martiri, le sibille nunzianti e arcane che prefigurano eventi delle Sacre Scritture – sono la vera leggenda (intesa come fatti da tramandare a memoria) di questa corale e solenne cantata......
 
di Massimo Lippi