Luoghi dell' Infinito > Salgado. Obiettivo Genesi

Salgado. Obiettivo Genesi

Assieme alla moglie il grande fotografo brasiliano ha attraversato il mondo alla ricerca della natura ancora incontaminata.

​Bisogna essere in due per un viaggio così, immenso e umanissimo, all’origine della creazione della terra, della natura, degli animali e dell’uomo. Bisogna essere un uomo e una donna straordinari, Sebastião Salgado e Lélia Wanick Salgado, sposati da più di quarant’anni, un’era geologica nella storia di una coppia, per concepire un progetto come questo e avere la tenuta fisica, mentale e sentimentale per portarlo a termine e raggiungere quello splendore sinfonico che ammiriamo nella mostra “Genesi. Fotografie di Sebastião Salgado”, promossa da Roma Capitale e prodotta da Contrasto e Zètema Progetto Cultura.
 
A dialogo stretto con l’altare della pace augustea, con quella Pax Romana che gli antichi consideravano una dea, sono oggi duecento fotografie in un bianco e nero di meravigliosa bellezza, raccolte in un catalogo edito da Taschen, omaggio a quel che resta della natura incontaminata del pianeta e dei suoi abitanti. Cinque capitoli monumentali per cinque continenti, partendo dal “Pianeta Sud”, l’Antartide, e passando ai “Santuari della Natura”, e sono le isole che offrono ancora le condizioni ideali per lo sviluppo di alcune specie ormai rarissime di piante e animali, dalle Galápagos al Madagascar alla Nuova Guinea; quindi si passa in “Africa” – «E dal 1973, dal mio primo viaggio in Niger, ho sempre sentito un attaccamento fortissimo a questa terra», racconta Salgado – e da lì si sale al “Grande Nord”, agli ecosistemi del Circolo Polare Artico. Infine ci si ritrova in “Amazzonia e Pantanal”, una delle più vaste zone umide tropicali, estesa nel Mato Grosso tra Brasile, Bolivia e Paraguay. A chiusura di libro, come accade nelle scritture che raccontano il cerchio del mondo, torniamo all’inizio, all’esordio, alla scintilla che ha messo in moto la macchina di questa impresa senza uguali.
 
di Laura Leonelli