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Riscoprire i sentieri di Francesco

Rinascono i percorsi che portano ad Assisi. E ogni anno cresce il numero dei pellegrini

​Il protagonista indiscusso della Via di Francesco è proprio lui, il Santo di Assisi. Non solo perché gli itinerari che, dal sud e dal nord, conducono alla Città serafica collegano i “luoghi” dove la sua persona ha lasciato un segno, ma soprattutto perché l’attrattiva e il principale contenuto dell’esperienza di pellegrinaggio lungo i sentieri di Umbria, Toscana e Lazio è il messaggio del Poverello. Camminando per gli splendidi paesaggi dell’Alpe della Luna, della Valle Santa Reatina o della pianura spoletina – tanto per citarne alcuni – il pellegrino può interpretare i propri sentimenti attraverso le parole del Cantico di Frate Sole: «Laudato sie, mi’ Signore, con tucte le tue creature». Incontrando le genti ospitali e schiette dell’Appennino, può riassumere nel saluto francescano di “pace e bene” le relazioni sinceramente amichevoli e accoglienti che si determinano lungo il cammino. Vivendo i disagi e le fatiche di un pellegrinaggio giocoforza sobrio ed essenziale (più di quel tanto nello zaino non ci sta), il pellegrino può gustare la compagnia gioiosa di “Madonna Povertà” e di “Sorella Provvidenza”, sperimentando uno stile di vita più essenziale e solidale, che spesso fa nascere il desiderio di un’esistenza più semplice. Entrando infine nel silenzio dei chiostri e nello splendore delle chiese, ancora abitati da uomini e donne che seguono la forma di vita di Francesco, il viandante può percepire con forza il Mistero, come nostalgia di qualcosa che si è perduto, come stupore dinanzi a una nuova dimensione dell’esistenza, oppure come familiare e sempre nuova presenza dell’«Altissimo, onnipotente, bon Signore».
È un messaggio, quello di Francesco, capace di farsi intendere da tutti: dal credente che va ad Assisi per approfondire la sua fede, al cercatore di orizzonti nuovi di interiorità, al militante dell’impegno ambientale e pacifista, che può trovare inaspettate e provocatorie consonanze tra i propri ideali e la vicenda del Poverello. Sta probabilmente in questo carattere pienamente evangelico e schiettamente umano del proprium della Via di Francesco che risiede la principale ragione del suo crescente successo. La Statio peregrinorum – ufficio del Sacro Convento di Assisi che rilascia il Testimonium ai pellegrini che hanno percorso almeno cento chilometri a piedi o duecento in bici – ha registrato 1.600 arrivi nel 2015, più di 3.000 nel 2016 e si avvia nell’anno corrente a superare i 4.000, nonostante la crisi del comparto turistico che affligge l’Umbria post-sisma. Per non parlare delle tante persone e dei tantissimi gruppi di giovani che camminano per solo due o tre giorni e quindi non vengono computati.

di Paolo Giulietti