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Rinascimento

Dai capolavori di Masaccio e Raffaello alle opere di Andrea del Sarto, Pontormo e Rosso Fiorentino: i canoni, gli orizzonti e la crisi della grande stagione dell’umanesimo

​Il periodo che chiamiamo Rinascimento è assai lungo, iniziando con il Quattrocento e arrivando all’aprirsi della stagione barocca, duecento anni più tardi. In realtà lo stesso Barocco rappresenta – almeno nei suoi esordi italiani – un’ulteriore evoluzione dei canoni del Rinascimento, che ai primi del Seicento erano diffusi in tutta Europa e in ogni forma d’arte e di pensiero, dalla pittura alla poesia, dall’architettura alla musica.

All’interno di questo ampio periodo rinascimentale ci sono stati, ovviamente, degli sviluppi, anche paradossali, e gli storici parlano di un Primo Rinascimento, un Alto Rinascimento e di quella serie di chiose su questo stile riassunta nel termine “maniera” o “manierismo”. Ma alcuni presupposti di base, costitutivi, più che di un linguaggio formale, di un orizzonte antropologico, rimarranno, seppur con mutamenti notevoli. Il dato fondamentale, ad esempio, sarà sempre l’uomo – il suo corpo, i suoi sentimenti, la sua storia – mentre il contesto funzionale o, se vogliamo, l’occasione degli sforzi creativi, sarà soprattutto Dio, per il cui culto verranno realizzate le opere più importanti: scritti, dipinti, sculture, edifici, musiche. Elemento di raccordo tra il dato e il contesto – cioè tra l’uomo e Dio – sarà, come nei secoli precedenti, l’Uomo-Dio Gesù Cristo, visto però ora da punti di vista realmente nuovi, grazie all’antica civiltà pagana che tanto informava questi secoli......

di Timothy Verdon