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Nella grotta di Gaudí

Il portale della Natività della Sagrada Familia è una vertiginosa lectio teologica attraverso l’arte

​Maria Antonietta Crippa
Ciò che conta in primo luogo, nella facciata della Natitivà della Sagrada Familia, è il sistema complessivo di significati e forme che essa propone intrecciando temi popolari sul Natale con episodi tratti dai Vangeli, canonici e apocrifi, supportati a loro volta da una concezione teologica che collega l’insieme a tutte le altre componenti spaziali e formali, interne ed esterne, dell’edificio. Sul piano compositivo, architettonico e tematico, la facciata è impostata secondo due registri principali: uno in due campi orizzontali, ben distinti in alzato perché su piani diversi, e l’altro in tre verticali, con temi svolti nei tre portali a ghimberga, di memoria gotica, e connessi logicamente ai temi del superiore campo orizzontale.
L’area dei tre portali è una superficie a scultura continua popolata da uccelli che spiccano il volo emergendo vivi dalla pietra, fiori che si aprono esultanti, stelle ordinate in costellazioni zodiacali, scritte di gloria, crinali delle vicine montagne di Montserrat, stalattiti che evocano il ghiaccio invernale. Per i catalani l’insieme faceva eco al loro popolare canto natalizio che gioiosamente diceva: «Dicembre congelato e confuso si ritira, tutti ammirano aprile incoronato di fiori», come a dire che, nell’inverno del mondo, la vita vera e buona si risvegliava in bellezza con la nascita di Gesù. Essa emerge qui, al centro dell’intero congegno narrativo, nel rilievo a tutto tondo delle figure, tra le quali le teste del bue e dell’asino evocano la stalla, il canestro che accoglie il neonato richiama l’antica cesta, primo letto dei neonati in Catalogna. A Gesù guardano amorevolmente Maria e Giuseppe con i pastori, gli animali domestici, gli angeli musici in festa che emergono in raggruppamenti scultorei.
Impossibile descrivere in poche parole, uno per uno, tutti gli episodi dell’intero sistema, organizzato dall’architetto, con il sostegno di alcuni scultori, prendendo a modello volti e posture degli abitanti dell’area in cui sorge la chiesa. Suo tramite Gaudí li richiamava affettuosamente all’importanza delle tre virtù cardinali nella vita quotidiana: nel portale a sinistra, la Speranza è personificata da Giuseppe protettore della Chiesa, evocata nella vicina barca; al centro, la Carità, amore di Cristo per gli uomini, si svolge in una sequenza che lega l’incarnazione con la vita eterna, che è celebrata nel registro soprastante verticale; a destra, la Fede è personificata dalla Vergine, sovrastata da una mano che porta al centro l’occhio di Dio in misericordiosa veglia sul mondo intero.
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