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L’alato simbolo universale

Dai Germani agli Aztechi, dai Greci ai Cinesi: il drago e il serpente ricorrono in tutte le culture, sempre ambigui, sempre sospesi tra Bene e Male

Cristo guerriero (XII secolo), mosaico dell’abside dell’antica cattedrale ursiana di Ravenna

Cristo guerriero (XII secolo), mosaico dell’abside dell’antica cattedrale ursiana di Ravenna

​Pochi sono gli animali che in tutte le culture dell’umanità dispongono di uno statuto simbolico tanto ricco e polisemico quanto il serpente e il suo “parente mitico”, il drago con due, quattro o più zampe, che talora si presenta anche alato e sputafuoco. Nella sua Storia dei serpenti e dei draghi il naturalista bolognese del XVI-XVII secolo, Ulisse Aldrovandi, annunciava: «Abbiamo suddiviso quest’opera sui serpenti, con la prima parte di questa storia, in due libri, in modo da conoscere appunto, dopo aver esaminato nel primo la natura dei più noti e nel secondo quella dei meno noti, le abitudini dei draghi. Esistendo peraltro varie specie di questi, prenderemo le mosse innanzitutto da quei draghi che si distinguono per la cresta o per la mole corporea [...]. Noi, seguendo l’opinione comune degli autori, al momento chiamiamo draghi i vecchi serpenti, contrassegnati da una cresta. E così a un primo sguardo ci comporteremo con gli altri draghi, e poi parleremo di quelli che mancano di zampe, poi dei bipedi e quindi di quelli insieme bipedi e alati».
 
Ancora in quei tempi, la distinzione tra draghi e serpenti non era molto netta e in generale nel bestiario dei rettili non era facile districarsi. Un’ambiguità che veniva da lontano: per esempio Marco Polo, quando descrive un coccodrillo asiatico, parla di un grande serpente con la testa enorme e vicino a essa due zampe senza piedi ma con tre unghie, che dorme nelle grotte e cerca refrigerio nell’acqua. L’immagine dei rettili, insomma, era ben poco chiara: si pensi al basilisco, altro animale fantastico rappresentato come un serpente coronato e dalle ali di gallo o, più raramente, come un gallo coronato e dalla coda di serpente. Il basilisco è strettamente legato al serpente, ma da lui distinto: come «super aspidem et basiliscum», secondo il Salmo 90,12-13, è rappresentato nella tradizione cristiana il Cristo che calpesta i due rettili nemici dell’uomo, simboli della tentazione e del peccato......
 
di Franco Cardini