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Ingmar Bergman. Un uomo è un'isola

Le spiagge di Fårö, dove visse il regista svedese. Qui il paesaggio riverbera la storia di un’anima

​Viola Di Grado
In una delle sue ultime interviste, Ingmar Bergman tira fuori dalla tasca un foglietto a quadretti scarabocchiato e legge l’elenco dei suoi demoni. «Il peggiore è il demone del disastro – comincia – ho un alto livello di preparazione al disastro». I più lo chiamerebbero “pessimismo”, ma il pessimismo attiene a un sentire empirico, inaffidabile, dell’esperienza ordinaria, invece il demone di Bergman – e questo è chiaro in tutta la sua filmografia – riguarda la sostanza stessa della realtà, quella di cui il nostro prosaico agire quotidiano non si occupa minimamente. Il “demone del disastro” è un’ipersensibilità al declino delle cose, alla consunzione, alla vocazione della vita di sbocciare appena un attimo prima di rivelarsi e poi appassire. È quella che i giapponesi – nella loro epoca d’oro di dame di corte coltissime e solitarie – chiamavano mono no aware, lo stordimento ammaliato di scoprire che ciò che è bello deve terminare, la consapevolezza che la bellezza viene proprio da un’acuta e preziosissima percezione della fine. Dal “demone del disastro”, appunto.
Mentre Bergman racconta i suoi demoni da un tavolo nel suo salotto – ci sono anche la rabbia, l’ordine, la pedanteria – vediamo alle sue spalle, dietro la finestra, il muro in mattoni che fece erigere per isolarsi da tutto: la gente, la vita, le sagome lontane senza volto di turisti occasionali o degli stessi membri della troupe. Il muro che segnò il perimetro della sua convivenza con Liv Ullmann, sigillando la coppia in un sarcofago di solitudine e visioni, in grovigli spinosi di parole che nella misura angusta del loro rapporto assumevano sempre un peso terribile. «Sapeva come dire le cose che sarebbero rimaste in te per sempre», dice Ullmann cinquant’anni dopo in un’intervista, con uno sguardo tra l’amarezza e la commozione, quel miscuglio che si riserva ai morti che forse ci hanno amato nel modo sbagliato.