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Guerre e visioni. Gli altri volti santi

Tra Oriente e Occidente sono molti i teli con i tratti di Cristo: tutti con storie avventurose e affascinanti

Albrecht Dürer, Il velo della Veronica sorretto da due angeli(1513), incisione (Alinari).

Albrecht Dürer, Il velo della Veronica sorretto da due angeli(1513), incisione (Alinari).

​«Il palazzo Bocca di Leone era tanto ricco e così ben costruito come vi descriverò. Dentro quel palazzo ci saranno state almeno trenta cappelle, grandi e piccole, e ce n’era una che chiamavano la Santa Cappella. Dentro quella cappella si trovavano molte ricche reliquie (...). C’erano infatti due ricchi recipienti d’oro che pendevano in mezzo alla cappella da due grosse catene d’argento. In uno di questi recipienti c’era una tegola e nell’altro un pezzo di tela: ora vi racconteremo da dove erano giunte quelle reliquie. Un buon uomo aveva indosso un pezzo di tela e Nostro Signore gli disse: “Su, dammi quel pezzo di tela”. E l’uomo glielo diede e Nostro Signore se lo avvolse intorno al viso in modo che la sua fisionomia vi restasse impressa, poi glielo ridiede e gli disse che lo prendesse e lo facesse toccare ai malati, e chiunque avesse avuto fede sarebbe guarito da qualsiasi infermità. E il buon uomo lo prese e lo portò via, ma prima di portarlo via, non appena Gesù gli ebbe reso il pezzo di tela, l’uomo buono lo prese e lo nascose sotto una tegola fino al tramonto. Al tramonto, quando stava per andarsene, prese il suo pezzo di tela ma, come sollevò la tegola, si accorse che il volto divino era impresso sulla tegola così come sulla tela; allora prese il pezzo di tela e insieme la tegola e da allora guarirono molti ammalati».

Con queste parole il cronista piccardo Robert de Clari descriveva il tesoro di reliquie che gli imperatori bizantini avevano raccolto nella Santa Cappella di Pharos, presso il Grande Palazzo. Ed è probabilmente l’ultima descrizione che se ne fece, dal momento che Robert aveva visitato il luogo poco prima del saccheggio di Costantinopoli del 1204, quando veneziani e “crociati” distrussero o rubarono l’intero patrimonio di reliquie sul quale riuscirono a mettere le mani. Pochi decenni più tardi Luigi IX il Santo, re di Francia, avrebbe fatto costruire la Sainte-Chapelle di Parigi per accogliere le reliquie di Pharos ch’era riuscito ad acquistare. Tra queste, la più celebre era quella contenuta (con la sua copia su tegola, il keramidion) nel vaso d’oro che pendeva dal soffitto: il mandylion di Edessa, che alcuni hanno voluto mettere in rapporto con la Sindone, sebbene si tratti di oggetti molto differenti tra loro......

di Franco Cardini